Nel Nido dell'Aquila: la compagnia Easy festeggiò la vittoria nell'inespugnabile rifugio di Hitler

Dietro l'iconica foto della Compagnia Easy della 101ª Divisione Airborne, la storia di una guerra che ha trovato la "vittoria" nel rifugio preferito di Hitler, il Nido dell'Aquila

Nel Nido dell'Aquila: la compagnia Easy festeggiò la vittoria nell'inespugnabile rifugio di Hitler

Ci sono momenti che difficilmente troveranno un paragone nella storia. Uno di questi è certamente il momento in cui un pugno di paracadutisti, arrivati dall'altra parte dell'oceano, si trovò a brindare con i vini e gli champagne più pregiati del mondo ammirando la grandezza e magnificenza delle Alpi bavaresi dalle terrazze assolate di Berchtesgaden, la cittadina dove Adolf Hitler aveva fissato il suo "Nido dell'Aquila", la villa dove erano state prese decisioni cruciali per la guerra. Dalla "nazificazione" della Germania, all'annessione dell'Austria, dall'invasione dell'Unione Sovietica alle soluzioni più spietate dell'Olocausto.

Quel pugno di yakee apparteneva a quella che sarebbe diventata nota come "Compagnia Easy", la compagnia E del 2º Battaglione del 506º Reggimento di Fanteria Paracadutista della 101ª Divisione Aviotrasportata statunitense, le "Screaming Eagle". Una divisione nuova per un nuovo modo di fare la guerra. Una divisone che era nata sulla base di una promessa fatta dal suo primo comandante alle prime reclute: "Non aveva nessuna storia, ma aveva un appuntamento con il destino". La loro avventura, se la guerra potesse essere considerata davvero una semplice avventura, come ispirarono gli scritti di Kipling, era iniziata la notte del 5 giugno del 1944.

Il preludio del D-Day li aveva visti attraversare la Manica sui C-47 con le strisce d'invasione bianche e nere dipinte sulle ali. Si lanciarono sulla Normandia con quasi 100 kg di equipaggiamento appeso, insieme a loro, al paracadute. Atterrarono ovunque, tra campi e paludi, e "di lì" iniziarono la guerra, come cita la celebre battuta messa in bocca a John Wayne nel film "Il giorno più lungo". Poi quasi un anno di guerra. Misero a tacere i cannoni del villaggio di Sainte-Marie-du-Mont, poi la conquista di Carantan. Dopo al Francia fu la volta dell'Olanda. Il lancio nell'operazione Market Garden. Atterraggio nella Dz giusta, ma una completo fallimento strategico che si risolse in una carneficina per gli Alleati. Le aquile urlanti si distinsero nell'assedio della foresta di Bastogne, in Belgio, e da lì entrarono in Germania per lasciare la conquista di Berlino ai sovietici, e concentrarsi sulla liberazione dell'Austria.

Obiettivo Berchtesgaden: il nido di Hitler

Dopo essere stata impegnata nella Ruhr dove il gruppo di armate tedesche era rimasto accerchiato in una "sacca", la divisione aviotrasportata americana mosse verso le Alpi austriache, dove Hitler e il suo ristretto entourage avevano stabilito un quartier generale con un panorama da mozzare il fiato.

La Compagnia Easy arrivò a Berchtesgaden con il resto del 506° reggimento della 101ª la mattina del 4 maggio del 1945. Insieme al 7° Reggimento di Fanteria della 3ª Divisione statunitense e alla 2ª Divisione Corazzata francese. Si discusse a lungo su chi avesse "violato per primo" il Berghof, la villa che Hitler aveva acquistato dalla vedova del magnate tedesco Otto Winter nel 1933, grazie alle vendite del suo discutibile best seller, Mein Kampf.

Ciò che è certo è che due battaglioni della 3a Divisione di Fanteria conquistarono la città incontrando poca resistenza lungo il percorso, e finirono per imbattersi in una paradiso colonizzato dal Nazismo, fatto di ville e chalet di elegante fattura, pieni di mobili preziosi e terrazze panoramiche, ampie vetrate, opera d'arte e cantine stracolme dei vini più pregiati. Tra cui spiccava, come uno storico avrebbe già potuto immaginare, quella della villa del Feldmaresciallo Hermann Göring con ben 6.000 bottiglie e centinaia di etichette e annate tra le migliori mai prodotte.

Il fürher era morto suicida da soli 4 giorni quando i paracadutisti della 101ª presero in consegna la sua villa preferita, adagiandosi con la tenuta da combattimento ancora indosso nel lusso e nell'opulenza che dal 1928 riempivano il Berghof. Altrove, nei nascondigli sotterranei e nei tunnel che si diramavano nelle viscere della montagna, raffinati vini dello Champagne e ricercate bottiglie d'annata provenienti dalla regione di Bordeaux venivano trafugate insieme ad altri souvenir. Le aquile avevano trovato il loro destino in un nido sulle Alpi.

Il famoso brindisi del V-Day

La 101ª Aviotrasportata che aveva iniziato la sua guerra in Normandia 11 mesi prima nella bassa Normandia - più famosa per il Calvados, un distillato di sidro di mele che per il vino - si trovò a celebrare il V-day, il giorno della vittoria e della resa incondizionata della Germania accettata l'8 maggio del 1945, nelle splendide ville di Berchtesgaden. Ammirando panorami che non avevano immaginato neanche nei loro sogni. Mentre tracannavano generose dosi di quella che è stata a buon titolo considerata come "una delle più grandi riserve di vini e distillati" del mondo. E tutto a spese dei signori Hitler e Göring, e degli altri gerarchi che, come suggerito da Martin Bormann, avevano trovato sull'Obersalzberg il loro nido inespugnabile.

Verrà scattata in uno di quei momenti inimitabili la foto che ritrae il maggiore Winters, il capitano Nixon e il tenente Welsh in posa con le Alpi alle spalle e i calici pieni. Per terra, poco distante, un elmetto M1 con il "picche bianco" dipinto sul lato, il seme delle carte che aveva contraddistinto la Compagnia Easy fin dal primo lancio sulla Normandia.

Dopo 80 anni, quella foto è considerata una delle immagini più iconiche e affascinanti della storia militare: un gruppo di paracadutisti ben temprati da una lunga battaglia, che deposte le armi dopo essersi guadagnati i gradi sul campo e aver ricevuto tutti gli onori, brindavano alla vittoria e alla fine della guerra nell'ultimo rifugio del nemico.

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