La strana storia della Warrimo, il piroscafo che "viaggiò" nel tempo

Probabilmente affascinato dai racconti di Jules Verne e Mark Twain, un capitano australiano portò sulla linea immaginaria dell'Equatore un piroscafo alla mezzanotte di fine secolo

La strana storia della Warrimo, il piroscafo che "viaggiò" nel tempo
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È possibile viaggiare indietro nel tempo o addirittura trovarsi in due secoli diversi? Essenzialmente no. Eppure un particolare accadimento, registrato su un vecchio diario di bordo reso celebre dalle cronache, potrebbe darci lo spunto per ribaltare le certezze delle nostre risposte.

Era la notte del 31 dicembre 1899 quando la SS Warrimo, piroscafo australiano in linea con la New Zealand & Australian Steamship Company, si dirigeva sulle acque calme dell'Oceano Pacifico, a metà della sua rotta che dal Canada lo avrebbe ricondotto a Sydney. Varato nei cantieri navali della vecchia Inghilterra, lungo 105 metri e capace di ospitare passeggeri e carichi che necessitavano la refrigerazione, la Warrimo era al comando del capitano John D. S Phillips, abile ed esperto navigatore che voleva in qualche modo “sfidare il tempo”, forse dopo aver saputo che lo scrittore Mark Twain, autore di Seguendo l'Equatore, aveva scritto qualche battuta a rigurardo proprio mentre si trovava a bordo della sua nave.

A pochi giri di orologio dalla mezzanotte infatti, pare che Phillips attendesse sul ponte le informative del primo ufficiale F. J Bayldon, cui era stato comandato di calcolare in punto stellare per portare la nave, impegnata a tenere la sua rotta, su una particolare coordinata. Il risultato, ottenuto attraverso una serie di calcoli che almeno noi uomini di terraferma o acque dolci non possiamo comprendere con semplicità, si basava sulle ore precedenti. Ma considerata la direzione, la velocità sostenuta e ogni variabile del caso, fu sufficiente a contentare il capitano che, intento a fumare un sigaro mentre nel salone interno si era a un passo dal festeggiare l’arrivo nel “nuovo anno”, si apprestava a entrare singolarmente nella storia. Phillips si era reso conto, infatti, che data la posizione raggiunta dalla nave era possibile, manovrando come si conveniva, oltrepassare l’Equatore in corrispondenza della “linea di cambiamento di data” proprio allo scoccare della mezzanotte. Facendo in modo che la sua nave - ufficialmente territorio australiano - si trovasse contemporaneamente e dunque nello stesso tempo “in due giorni, mesi, stagioni e anni diversi, ma soprattutto in due secoli diversi”.

Comunicata la “prodezza” ai suoi ufficiali, diede disposizioni affinché in plancia ci si preparasse a manovrare in modo da mantenere il più a lungo possibile la nave in questa singolare condizione “spazio temporale”. Fu così che a cavallo tra il 1899 e il 1900, il piroscafo Warrimo ,governato dall’eccentrico capitano della marina mercantile australiana, si ritrovò a incrociare il meridiano 180° E/W tra le isole Ellice e Phoenix- ovvero sulla linea “immaginaria” del cambiamento di data istituita nel 1884. E valse, almeno della tradizione romanzesca, la vittoria della scommessa accettata dal Phileas Fogg nel celeberrimo romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in 80 giorni. Allo stesso tempo, la prua della Warrimo era di fatto nell’emisfero australe, dunque nella stagione estiva, mentre la sua poppa, appena centocinque metri più distante, la seguiva dall'emisfero boreale, dunque nella stagione invernale. Così, mentre nella sezione di poppa formalmente era il 31 dicembre del 1899, a 105 metri o poco meno si festeggiava il primo giorno di gennaio del 1900 (anche se formalmente l'inizio del XX secolo venne festeggiato il 1° gennaio del 1901, ndr).

La singolare avventura da "Golden Shellback" del capitano Phillips e della Warrimo - gli shellback sono nelle tradizione anglosassone i marinai divenuti per rito "figli di Nettuno" dopo aver attraversato l'Equatore - finì per stabilire un record che ha fatto epoca. Benché non essenzialmente dimostrabile data la rudimentale strumentazione di quel periodo storico. E questo nonostante il segreto di quella notte sia stato custodito gelosamente da Phillips e dai suoi fino agli anni della pensione.

Solo nel 1942, quando la Warrimo - convertita durante la Prima guerra mondiale in nave per il trasporto truppe - riposava già da un pezzo sul fondo del Mediterraneo accanto al cacciatorpediniere francese Catapulte che, urtandola, l'aveva affondata con l'esplosione delle sue cariche di profondità nel 1918, un giornalista canadese dell'Ottawa Journal andò a fare visita

al capitano Phillips per riportare alla luce quella strano viaggio di fine secolo. Raccontando al mondo come era stato possibile "viaggiare nel tempo", pur potendo contare su una velocità massima di appena 14 nodi e mezzo.

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