C'è chi va di algoritmi e chi di macumbe e acqua santa. L'allenatore del Congo ha sconfitto la nazionale della Nigeria ricorrendo a un rito voodoo, il presidente della Lazio ha fatto benedire il centro sportivo di Formello per scacciare il malaugurio, si registrano altre celebrazioni apotropaiche sui vari campi di football, preghiere, lancio del sale, un'inchiesta segnala come il 16 per cento degli italiani abbia
consultato un mago o un cartomante o fattucchiera, almeno una volta nella vita. Non soltanto calcio, Nadal è stato il padre di tutte le superstizioni, i suoi nove tic, prima di ogni servizio sul campo di tennis, sono passati alla storia e alla cinematografia sportiva, Sinner passa con il piede destro sulle righe del campo, Alcaraz porta sempre nel borsone da gioco l'immaginetta della Madonna della Fuensanta, regalatagli dalla nonna. Poi arriva Comolli Damien e lui, da buon francese, s'en fout di queste abitudini tribali e punta tutto
sugli algoritmi, il calcolo dei dati per individuare i migliori
dipendenti da assumere, manager o calciatori non fa differenza. Per l'appunto, a Torino si sussurra che tra i candidati a entrare nello staff del neo amministratore delegato, ci sia Paolo Fox. Come conosce lui le stelle, nessuno.