Siamo entrati in una stagione torbida: il centrosinistra non ha più vento nelle vele, non ha più visione, è bloccato. Si era magnificata la fusione tra le anime riformiste ed estremistiche della maggioranza: un analfabeta della politica come Tommaso Padoa-Schioppa aveva parlato di una novità storica, continentale. Invece la sinistra estrema, come nel resto di Europa, alla fine non può non essere richiamata alla fonte della sua ispirazione e delle sue basi sociali: al suo protezionismo e conservatorismo economico sociale che impediscono ogni tipo di innovazione.
L'area riformista del centrosinistra è al massimo della sua confusione grazie anche alla politica senza principi praticata dagli eredi dell'ex Pci i quali per non pagare i prezzi necessari, hanno evitato di fare i conti con tutti i nodi che la storia proponeva: non solo quelli con il socialismo craxiano ma anche quelli con il giustizialismo, con le esigenze di rinnovamento del sindacato e così via. Resta, certo, Romano Prodi, a cui però manca ogni virtù di leader. Alla fine l'unico suo vero punto di riferimento è quel che resta del sistema di potere economico pubblico, dei suoi uomini, della sua ispirazione, l'unica sua capacità concreta è quella di piazzare persone «sue» e ottenere spazi di potere con i mezzi più vari, tipo piano Rovati per Telecom Italia. Se non avesse tra i piedi Rifondazione, se l'Italia non avesse bisogno di riforme, se i ceti produttivi innanzi tutto del Nord non fossero esasperati e combattivi, Prodi potrebbe anche vivacchiare come certi premier dc d'antan.
Ma oggi, come insegnano Merkel e Sarkozy, in Europa non si può vivacchiare. E allora Prodi va in confusione: certi errori materiali, come nei casi Petroni alla Rai e rimozione del generale Speciale, non indicano solo la scarsa qualità politica e anche operativa di Padoa-Schioppa già registrata nella gestione della Finanziaria, ma il marasma complessivo a cui l'esecutivo è condannato dallo stato di confusione irrimediabile del presidente del Consiglio.
Come in tutte le stagioni paludose, sono molti i pericoli dietro l'angolo: da quello del deperimento costante del nostro sistema, a quello dei colpi di mano contro le regole democratiche, all'arrocco di poteri antiquati e conservatori. È indispensabile perciò, non solo constatare il fallimento del centrosinistra, ma creare le condizioni per un suo rapido superamento.
La via maestra è quella del voto anticipato. Ma se questa non è subito percorribile vanno cercati anche altri sbocchi.
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