Cultura e Spettacoli

Stratford onora il suo Shakespeare con un Festival lungo dodici mesi

Pippo Delbono porterà per l’Italia un «Enrico V» ispirato a Fellini, Pasolini e Bausch

Aridea Fezzi Price

da Londra

Quest’anno il compleanno di Shakespeare, festeggiato a Stratford il 22 e 23 aprile, ha inaugurato il maestoso Festival shakespeariano, un progetto ambizioso che per la prima volta rappresenterà nell’arco di un anno il canone completo delle commedie, dei drammi e dei poemi per un totale di 53 produzioni e la partecipazione di una trentina di compagnie internazionali. La Royal Shakespeare Company, riemersa dalla precarietà finanziaria grazie alla nuova direzione di Michael Boyud che negli ultimi tre anni ha riassestato il bilancio disastrato dalle due precedenti gestioni, si rilancia alla grande e in pari con un budget di centomila sterline (cinquantamila di sovvenzioni), novanta attori per 49 settimane annue di repliche, e un programma di ristrutturazione per il 2007 del teatro principale, una costruzione art déco degli anni trenta di 1350 posti, nella quale verrà creato un palcoscenico elisabettiano più consono alle opere di Shakespeare e più in linea con il complesso teatrale sulle rive dell’Avon che comprende anche il Swan giacobiano di 460 posti e il Courtyard, una struttura temporanea di mille posti che a fine lavori verrà riciclata.
Non esplicita, dietro il progetto di questo festival, il cui budget tocca i quattro milioni di sterline, c’è senz’altro anche l’incalzante competizione con il Globe di Londra, la cui stagione shakesperiana si è ormai affermata non solo artisticamente ma anche come la più grande attrattiva turistica alle spese del bardo di Stratford. Per Michael Boyd, ideatore del progetto, il festival non è soltanto un’iniezione di energia per la compagnia, ma un’occasione per calcare sull’universalità di Shakespeare e la sua eterna attualità, è una maratona aperta a ogni avanguardia, alle compagnie multimediali, a lingue e stili di recitazione diversi, i Sonetti in inglese saranno accompagnati dalle versioni in altre lingue. «Shakespeare - dice - possiede il lirismo di Beethoven, la metafisica di Beckett, la bellezza e l’umanità di Picasso, la compassione e il rigore di Philip Roth». Dopo quattrocento anni, sarebbe ingiusto per Stratford, e contrario allo spirito del poeta, tenere le sue opere vincolate all’Inghilterra.
Un viaggio affascinante attraverso tutto il canone dunque, il cui punto forte sarà la rappresentazione dell’Enrico VIII nell’anglicana Trinity Church dove è sepolto Shakespeare. Il percorso è stato inaugurato da Giulietta e Romeo e Antonio e Cleopatra. Il primo, per la regia di Nancy Meckler, nel teatro grande, in abiti moderni e ambientato in Sicilia, come su un set cinematografico, le tensioni fra i Capuleti e i Montecchi una stilizzata lotta fra mafiosi, donne in nero fuori set cantano lamenti antichi in siciliano. Produzione discutibile, in cui tuttavia eccelle la brava Morven Christie in Giulietta. Grande successo invece al Swan di Antonio e Cleopatra per la regia di Greg Doran, con Patrick Stewart e Harriet Walter, splendida interprete dei capricci e delle contraddizione della regina, dei suo ardore, della sua furia, dello spirito e vanità. Un allestimento intimo e epico insieme, di buon auspicio per il Coriolano che lo stesso regista dirigerà a fine festival.
La Royal Shakespeare Company metterà in scena altri quindici allestimenti, alternandoli a produzioni provenienti da tutto il mondo. Al regista e autore kuwaitiano Al-Bassam, è stato ordinato un Riccardo III in arabo ambientato a Bagdad, la Cina è stata invitata a portare una produzione in inglese e mandarino del Re Lear, il Giappone sarà presente con un eccezionale Tito Andronico per la regia di Ninagawa, il Sud Africa porterà l’Amleto diretto da Janet Suzman, e ancora allestimenti dalle favelas di Rio de Janeiro, dall’India, e produzioni svariate dagli Stati Uniti. Per l’Europa la Russia presenterà una Dodicesima notte con un cast tutto maschile, il Berliner Ensemble il Riccardo II, il Teatr Piesn Kozla un Macbeth in polacco, mentre dall’Italia è stato invitato Pippo Delbono che in collaborazione con Ert-Emilia Romagna Teatro porterà la sua versione-collage dell’Enrico V, ispirata a Fellini, Pasolini e Pina Bausch.

Come ha dichiarato Boyd, «Stratford-upon-Avon non sarà mai più la stessa».

THE COMPLETE WORKS OF SHAKESPEARE, Stratford-upon-Avon fino all’aprile 2007

Commenti