Sharm el Sheikh - La comunità internazionale riunitasi a Sharm El Sheikh ha promesso aiuti per 4.481 miliardi di dollari (quasi 3.360 miliardi di euro) per la ricostruzione di Gaza e il rilancio dell’economia palestinese. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Aboul Gheit. I partecipanti alla conferenza dei donatori di Sharm el-Sheikh - fa sapere il ministro - hanno chiesto inoltre l’apertura "completa e incondizionata" di tutti i valichi tra la Striscia di Gaza e Israele.
Clinton: "Gli aiuti siano vincolati alla pace" Con un intervento del presidente egiziano Hosni Mubarak, si è aperta questa mattina a Sharm el Sheikh la conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza e per il rilancio dell’economia palestinese. "Gli aiuti statunitensi alla Striscia di Gaza non potranno essere svincolati dal processo di pace", ha sottolineato il segretario di Stato americano Hillary Clinton.
La conferenza internazionale A Sharm el Sheikh sono presenti 75 delegazioni. Sei settimane dopo l’operazione israeliana contro Hamas (27 dicembre-18 gennaio) che ha devastato la Striscia di Gaza, l’ambizioso obiettivo è quello di mettere insieme almeno 2,8 miliardi di dollari (oltre 2,2 miliardi di euro) per finanziare un piano di ricostruzione del territorio palestinese e di sostegno economico messo a punto dall’Anp del presidente Abu Mazen. In mattinata il leader palestinese ha avuto un colloquio bilaterale con il presidente italiano Silvio Berlusconi, prima che quest’ultimo intervenisse in plenaria nelle vesti di co-sponsor del summit. Sullo sfondo non cessano le tensioni nella Striscia, dove ancora ieri sono stati lanciati razzi contro il sud di Israele. Il premier uscente israeliano Ehud Olmert ha minacciato una reazione "severa".
Gli aiuti dell'Italia Il contributo italiano per la ricostruzione della Striscia di Gaza è di 100 milioni di dollari, spalmati in quattro anni ("Un impegno fino agli anni 2010-2011"). Berlusconi ha sottolineato, infatti, la necessità di trovare i fondi per la ricostruzione della Striscia, assicurando che l’Europa e l’Italia "faranno la loro parte". A questo fine il premier ha messo a disposizione la sede di Erice per i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. "La soluzione per risolvere la crisi mediorientale è la creazione di due Stati, quello palestinese accanto a quello israeliano, che vivano in pace e in sicurezza", ha spiegato Berlusconi invitando gli israeliania darsi "un governo capace di volere la pace e di assumersi i sacrifici che la pace comporta" e i palestinesi a riconoscere in un governo che abbia in Abu Mazen, "persona giusta", la spinta "a una pacificazione che la storia impone".
Sarkozy: "Assumersi i rischi" Entro la fine dell’anno bisogna realizzare una conferenza di pace per il Medio Oriente, "anche imponendola" perché è ora di "assumersi il rischio della pace. È una questione di volontà: se vogliamo aspettare che si realizzino le condizioni per la pace si dovrà aspettare a lungo, facciamo del 2009 l’anno della pace". Nel suo intervento alla Conferenza dei donatori per Gaza, il presidente francese, Nicolas Sarkozy, esorta tutti i palestinesi a riunirsi in un "governo di unione nazionale" guidato dal presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen). Ricordando che la conferenza di Parigi per lo stato palestinese di dicembre 2007 "ha permesso di mettere in circolo 7,7 miliardi di dollari in tre anni", tre dei quali sono stati finanziati nel 2008, Sarkozy ha ricordato che la ricostruzione di Gaza è essenziale, ma "non bisogna dimenticare la Cisgiordania, dove Mahmud Abbas ha avuto il merito di mantenere la calma" durante la recente guerra nella Striscia di Gaza. A proposito della riconciliazione interpalestinese Sarkozy si è rivolto ai Paesi che hanno legami con Hamas: "Voi avete una responsabilità particolare - ha detto Sarkozy - per incoraggiare questo movimento ad unirsi al presidente Abbas, il cui cammino di pace, e solo quello, produrrà risultati".
Ai dirigenti palestinesi, ed in particolare a quelli di Hamas, con tono molto deciso il capo dell’Eliseo ha scandito: "Se volete essere rispettati, dovete seguire una politica rispettabile, cioè una soluzione politica con Israele. Dovete riconoscere la sicurezza di Israele".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.