da Roma
Una traduzione dal greco antico di un brano dell«Apologia di Socrate» di Demostene? O dal latino, del «De rerum natura» di Lucrezio? Volete mettere quanto è meglio, invece del noioso compito in classe, andarsene al cinema a vedere «Viva Zapatero!». È proprio quello che faranno stamattina i ragazzi del liceo classico Amedeo di Savoia di Tivoli, vicino Roma. Si tratta di uniniziativa che rientra a pieno titolo nel programma scolastico, ossia di una lezione «non facoltativa». Chi non andrà a vedere il film-denuncia di Sabrina Guzzanti sarà costretto a portare la giustificazione. Con una circolare di alcuni giorni fa, gli studenti sono stati informati dellevento che si terrà al cinema Giuseppetti e per il quale pagheranno di tasca propria anche il biglietto ridotto di tre euro a testa.
Una scelta didattica alquanto atipica, certamente di parte. Se la scuola ha selezionato lo spot antigovernativo della Guzzanti significa che lo ritiene di una certa valenza educativa. Sì, ma quale? E perché dovrebbero essere gli alunni di tutte e cinque le classi a tirare fuori i soldi? «Viva Zapatero!» si scaglia contro la censura antisatira e lassenza di libertà despressione che secondo lautrice esisterebbe in Italia. Contro, insomma, il governo Berlusconi e il conflitto dinteressi del quale la sinistra accusa il premier. Un film politico, che dipinge lItalia come un simbolo della repressione. Una pellicola radicale ed estremista, che sposa le tesi della sinistra antagonista dando voce a comici e intellettuali quali Daniele Luttazzi, Michele Santoro ed Enzo Biagi. Insomma, non è certo un documentario imparziale. Ma per Roberto Borgia, preside del liceo, non cè nulla di strano. «Rientra in un progetto cinematografico che facciamo da ventanni - spiega - il film è stato scelto dai rappresentanti degli alunni con la commissione scolastica». E i tre euro? «Anche questo - afferma il preside - rientra nel progetto: ogni anno gli studenti vedono due film, uno gratis e uno a pagamento. Ripeto: gli alunni hanno fatto una scelta autonoma, il liceo non ha imposto nulla, tanto meno cè una convenzione con il comune di Tivoli». E poi, aggiunge Borgia, «non siamo certo i primi a proiettare la pellicola della Guzzanti».
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