Fiera e sanità allordine del giorno, ieri mattina, dei lavori dellassemblea legislativa della Liguria, con una serie di botta e risposta al vetriolo fra maggioranza e opposizione, e con ampio ricorso a citazioni di articoli pubblicati su queste pagine.
Fiera «Leggetevi il Giornale di sabato scorso, se non lavete ancora fatto. In questo caso, avreste fatto male, molto male!»: esordisce così il capogruppo del Pdl, Matteo Rosso, dirigendo i suoi strali - verbali e politicamente corretti, ma inesorabili - nei confronti dellassessore Renzo Guccinelli. Il quale, con insospettabile maestrìa, si è arrampicato sugli specchi per giustificare dichiarazioni di aria fritta sullo stato della Fiera. Queste le cifre, snocciolate da Rosso e da Aldo Siri (Lista Biasotti): bilancio in passivo per 1 milione 250mila euro, una spesa di 563mila euro per consulenze, 97mila euro «consumati» a tavola in pranzi di lavoro. Frutto - sottolineano lesponente del Pdl e quello degli arancioni - di responsabilità dirette del management della Fiera su cui la Regione, titolare del 27 per cento delle quote, deve pronunciarsi. In questo ambito, si rischia di vanificare anche quelle manifestazioni di eccellenza che danno lustro alla Fiera e ricadute positive sulleconomia della città, come il Nautico e Euroflora. Ed ecco richiamato larticolo del Giornale che parlava dellodissea di un lettore a caccia di materiale di promozione della floralie mondiale, in programma dal 21 aprile, e si è sentito rispondere: «Non ne abbiamo, è ancora troppo presto...». Eppure Guccinelli replica: «Parleremo di giudizi sul management, ma in separata sede, tra soci della Fiera. E poi le cose non vanno così male, i conti andranno meglio, si vedrà, eccetera». Grande!
Sanità Torna dattualità la questione del trasferimento degli uffici della Asl 3 in un nuovo immobile a Sampierdarena, al modico prezzo di 17 milioni di euro. E torna, quindi, dattualità anche il Giornale: un articolo della settimana scorsa aveva sollevato il caso della mancata risposta dellassessore alla Salute Claudio Montaldo a uninterrogazione sul tema da parte di Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti). «Oggi non se ne parla, risponderà il presidente Claudio Burlando nella prossima seduta» aveva sentenziato il presidente dellassemblea Rosario Monteleone. E a tutti era sembrato un evidente «commissariamento» - così avevamo scritto, con il conforto successivo di altre testate - del buon Montaldo. Lassessore è stato provvidenzialmente «recuperato» ieri (chi ha detto che la toppa a volte è peggiore del buco?), e con lonestà intellettuale che lo contraddistingue, ha ammesso che «la giunta ha valutato la possibilità di fermare il trasferimento della Asl 3, ma ormai le penali da pagare sarebbero troppo alte». Insomma: aveva ragione Pellerano, ma ormai la macchina è troppo avanti. Tanto pagano i cittadini!
Ospedali «Invece di pagare due e prendere tre, nel Tigullio e nel Golfo Paradiso lofferta della Regione è chiudere tre ospedali e aprirne uno. Come fosse un saldo mal riuscito»: la butta sul ridere, il consigliere del Pdl Roberto Bagnasco, ma solo per esorcizzare le contraddizioni della politica sanitaria regionale che si riflettono così negativamente sui pazienti. Bagnasco, in particolare, se la prende con Montaldo per come sta attuando il piano della sanità in quellarea, e ricorda le chiusure degli ospedali di Santa e Recco e del vecchio nosocomio di Rapallo. «È inaccettabile - tuona il consigliere, farmacista ed ex sindaco di Rapallo - che un assessore, che ha partecipato anche nella legislatura precedente alla programmazione sanitaria, nel momento dellapertura di unopera così importante come il nuovo ospedale di Rapallo assuma un atteggiamento di negatività gravemente pregiudizievole sullo sviluppo del nosocomio. Non è che così - conclude Bagnasco - che si risponde alle esigenze del territorio della Asl4. Lospedale di Sestri Levante dove la programmazione non è ancora chiara, il Dea di Lavagna che evidenzia pesanti difficoltà di personale e Rapallo a mezzo servizio e nel quale la Giunta regionale non crede fino in fondo, sono espressioni di una disattenzione che ha, negli insufficienti importi delle quote capitarie, la base di ogni criticità».
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