da Torino
La vita dei caprioli, negli ultimi mesi, è complicata da politica, conflitti ideologici e burocrazia. Lunica cosa certa è che loro, i caprioli, sono troppi. E quando la Regione Piemonte ha deciso di decimarli è cominciato il ballo delle proteste. Gli ambientalisti li difendono, la maggioranza verderossa è spaccata, intellettuali e opinionisti litigano sui giornali, i cacciatori oliano le doppiette, i bambini pensano a Bambi e piangono. Ora, a complicare la situazione, arriva la sentenza del Tar. Nessuna sospensione della pena. Bocciata la richiesta del movimento sportivo popolare Italia. La caccia selettiva ai caprioli piemontesi inizierà oggi. I primi 150 capi verranno abbattuti, ma il Tribunale amministrativo si riserverà di prendere una decisione sul merito della questione solo il 6 settembre.
Animalisti e ambientalisti hanno perso. Ora è da vedere se - come avevano promesso - pattuglieranno i boschi con indosso giubbotti fosforescenti, armati di fischietti e campanacci per mettere in fuga quei 150 esemplari maschi dei quali è previsto labbattimento fino al 6 settembre. Quello che gli resta è fotografare gli abbattimenti per preparare dossier da inviare a Romano Prodi e al presidente della giunta regionale piemontese, Mercedes Bresso.
La delibera regionale, approvata in seguito alle proteste degli agricoltori alessandrini per i danni provocati dai caprioli alle coltivazioni, sarà dunque operativa a tutti gli effetti, in attesa della sentenza definitiva del Tar che potrebbe arrivare il 6 settembre. Intanto, ieri mattina, a poche ore dal previsto inizio delle operazioni di abbattimento, la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, ha rivolto un appello a tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo nella vicenda, in particolare cacciatori, guardacaccia e animalisti. «Mi auguro che prevalgano il buon senso e la razionalità e che non si verifichino episodi di violenza - ha spiegato Bresso -, le manifestazioni di dissenso sono consentite, ma non devono diventare occasioni di scontro. Il problema del prelievo degli animali è complesso e deve essere affrontato con un approccio tecnico-scientifico, e non con i toni della crociata». Intanto il Wwf «confida che si possa trovare unalternativa» e per fermare lavvio della caccia agli ungulati ha presentato un suo ricorso al Tar. Uno degli elementi su cui l'associazione ambientalista punta per salvare i caprioli è la mancanza di una motivazione nel provvedimento che avvia il piano di abbattimento.
Eppure i caprioli restano degli animali fortunati. Di loro almeno si parla. Ambientalisti, regioni e assessori cercano soluzioni possibili. Chissà cosa sarebbe successo se al posto dei «Bambi» così teneri e dolci i protagonisti della storia fossero stati i cinghiali?\
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