Il suk nascosto sulla scalinata davanti al Colosseo A due passi della fermata della metro un esercito di venditori abusivi si contende i turisti

Valeria Arnaldi

Alto, robusto, con gli occhiali scuri sopra la testa. Parla con un «collega», ma tiene sott’occhio la merce esposta sul banchetto fatto con scatole in cartone. In mezzo a tanta gente non si sa mai, potrebbe passare qualche malintenzionato. Vende occhiali da sole, proprio come quelli che, improvvisandosi modello, indossa. A lui l’onore, e l’innegabile vantaggio, di essere il primo di una lunga fila di venditori abusivi e di conseguenza quello di accogliere turisti e passanti.
È questo lo scenario abituale sulla scalinata che, poco distante dalla fermata della metropolitana, collega largo Agnesi e via Salvi a piazza del Colosseo. Opportunamente nascosta dalla fitta vegetazione del colle - e al suo ingresso, spesso, perfino da un camion bar - la scalinata è infatti diventata la sede di un popolatissimo suk. Ogni mattina, sin dalle prime ore, per non perdere neanche uno dei tanti visitatori del Colosseo, gli abusivi sono lì con cartoni e teli, con bacheche in legno i più organizzati o buste di plastica per quelli alle prime armi. Il passaggio di turisti è tale da rendere impossibile la concorrenza. Non è un caso che anche il secondo banchetto venda occhiali da sole. I possibili clienti sono tanti che la merce di un solo ambulante potrebbe non bastare. Perché, allora, sprecare una facile possibilità di guadagno?
Proseguendo, si incontrano un venditore di borse con gli ultimi modelli in tonalità accese adatte alla primavera. A seguire, quasi a suggerire un possibile abbinamento, il banchetto dei portafogli in perline a forma di gatto, ranocchia o personaggi noti dei fumetti, gli stessi che, poco più giù, sono rappresentati sui necklace, gli immancabili laccetti decorativi da appendere al telefonino. Il settore dedicato alla moda finisce dopo foulard, magliette e canottiere copiate dalle ultime sfilate.
Dove la scalinata curva e ha quindi il suo gradino più largo, si vendono pupazzi di carta - Topolino e Minnie, Paperino e Paperina le coppie più richieste - che si muovono al ritmo della musica che esce da uno stereo dietro di loro, ottimo come sfondo, ma anche per provare la qualità dei cd pirata venduti subito dopo. Nel secondo tratto della scala, che è più visibile, i venditori preferiscono usare la tecnica «ambulante» da cui - anche se ormai sono sostanzialmente presenti sempre negli stessi posti come veri e propri negozi - prendono il nome. È un continuo viavai che, confuso in mezzo a quello dei turisti, diventa difficile quantificare e, se dovessero passare i vigili urbani, ancora più complicato controllare. Hanno bacheche per occhiali e anelli, ombrelli e sciarpe di seta appesi al braccio, lunghi cilindri ricoperti di tessuto per esporre bracciali d’argento o metallo. Ma, soprattutto, hanno il compito di segnalare eventuali pericoli, a cominciare ovviamente dalle forze dell’ordine. Sugli ultimi gradini, quelli più vicini a piazza del Colosseo, ci sono i mendicanti. Donne e uomini che, inginocchiati, con il viso in terra, porgono bicchieri di plastica ai turisti in cerca di qualche moneta.


Negli orari di punta, la scala si «muove»: alcuni venditori vanno davanti al Colosseo per tentare di concludere affari con i visitatori seduti in terra o nelle aiuole a mangiare panini, cracker o biscotti. Poi tornano nel «nascondiglio» ideale, tanto vicino al monumento più visitato della città - e teoricamente più sorvegliato - da diventare, per paradosso, invisibile.

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