Qualcosa, o molto, deve aver funzionato male sulla Costa Concordia nella gestione dellabbandono nave. Nelle sei drammatiche ore vissute da passeggeri e componenti dellequipaggio fra le 22.58 di venerdì 13 gennaio, quando è stato dato lordine di lasciare limbarcazione, e le 4.46 di sabato, quando la Guardia di finanza ha comunicato che a bordo cerano ormai soltanto i soccorritori. Pur con tutte le cautele, restano i dati nudi e crudi del bilancio definitivo del naufragio. Fra le 17 persone decedute ci sono sei donne, un ultraottantenne e almeno un ultrasettantenne; e fra le 15 i cui cadaveri non sono stati ritrovati ci sono otto donne e una bambina di cinque anni. Quattro in totale, fra morti e dispersi, i membri dellequipaggio, considerando come tali anche Giuseppe Girolamo e Sandor Feher, entrambi imbarcati come orchestrali, e Erika Soria Molina, barista. Oltre la metà delle vittime, dunque, avrebbe dovuto avere la precedenza sulle scialuppe demergenza, secondo lelementare principio di umanità che vuole in salvo «prima le donne e i bambini», con la logica postilla su anziani e disabili. E con laltrettanto logico corollario sui doveri dellequipaggio.
Che quella regola non scritta fosse stata violata più volte durante il naufragio del Giglio lavevano già detto, nelle interviste apparse sui media di tutto il mondo, molti sopravvissuti, anche quelli che non si erano posti il problema di sapere se il comandante Francesco Schettino avesse lasciato la nave per primo, secondo, ultimo o penultimo. E la violazione di quel principio lhanno voluta mettere nero su bianco sette anziani passeggeri bolognesi del Concordia, che hanno presentato una querela nella quale due di loro denunciano di essere stati respinti con la forza per tre volte dal personale che sovrintendeva allimbarco sulle scialuppe per far posto ai colleghi. «Passavano avanti tutti quelli che avevano una divisa - spiega Michelina Suriano, lavvocato del gruppo che ha voluto denunciare le inefficenze nei soccorsi a bordo - e hanno spinto indietro anziani come i miei clienti ma anche donne e bambini».
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