Super teca per il «cannone»

Super teca per il «cannone»

Chiara Ennas

Il «Cannone», il prezioso violino Guarnieri del Gesù del 1743, appartenuto a Niccolò Paganini, ha una nuova custodia: a proteggerlo dagli urti, sbalzi di temperatura e di umidità, è difatti una teca climatizzata, rettangolare e rinforzata negli angoli e nei bordi con finiture metalliche.
La teca, frutto della maestria artigiana della ditta Sciutto-Oneto, si è resa necessaria per far sì che il violino possa viaggiare in tutta sicurezza, in modo tale da preservarlo il più a lungo possibile, data l’importanza storica e culturale che ha: Paganini lo prediligeva e fu proprio lui a dargli l’affettuoso soprannome di «cannone» per il suono pieno e potente, che viene fatto rivivere regolarmente da una equipe di esperti, dediti al suo monitoraggio, in modo particolare dal violinista genovese Mario Trabucco. D’altra parte, come sottolinea l’assessore alla Promozione della città Anna Castellano, il prezioso strumento deve essere «allenato e tenuto in forma», perché il suo suono sia sempre limpido, favorito dalla vernice ancora originale, solo leggermente danneggiata dall’abitudine del suo illustre proprietario di usarlo senza mentoniera. Il progetto, economicamente supportato dal Rotary club del centro storico di Genova e dall’associazione «A compagna di zeinexi», mira a far conoscere Genova nel mondo anche attraverso questo violino, facendolo viaggiare a modello di «ambasciatore della nostra secolare cultura», come ha affermato Bruce Carlson, liutaio conservatore, fiero dell’ultima trasferta del suo pupillo nella città russa di Ekaterinburg, dove è stato accolto con grande entusiasmo.


In realtà, come ricorda l’assessore Castellano, la presenza della teca non corrisponde alla possibilità di far viaggiare lo strumento tutti i giorni in qualsiasi parte del mondo, ma solo «due, tre volte all’anno, e solo per gli avvenimenti più prestigiosi, come i trecento anni della città di San Pietroburgo», in modo tale da poter mantenere fede al testamento di Paganini, che volle lasciare l’amato Guarnieri del Gesù alla città natale «onde vi fosse perpetuamente conservato»: ora si trova a palazzo Tursi, insieme ad altri cimeli paganiniani, a disposizione di coloro che meritano il privilegio di suonarlo.

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