Nell'arena dei play off il torello Armani scalcia alla luna, infilzato da una Bennet che gli taglia la coda in gara uno. Cantù si accontenta di segnare 62 punti, ma si diverte ad inciucchire con la difesa un'avversaria che chiude con la miseria di 48 punti. Sarebbe scandaloso per chiunque, figurarsi per una gruppo che si crede uno squadrone.
Certo i meriti vanno all'organizzazione canturina e questa volta il tiro da 3 non ha salvato la banda Peterson: 4 su 19. Dominio assoluto dal primo secondo di gioco. La muleta roteata bene, vantaggi spesso oltre i 10 punti, rientro di Milano anche fino a meno 3, ma dando sempre l'impressione di essere una squadra condannata a subire il colpo degli espada di Trinchieri. È avvenuto nell'ultimo quarto dopo aver concesso all'Armani 3 rientri fra secondo (34-29) e terzo quarto (45-39) dopo il 22-11 dei primi 10'.
Come capita alle squadre impreparate mentalmente l'Armani ha rimediato alle crisi inventando su un gioco che non si vede mai. La vera crisi nell'ultimo quarto quello chiuso segnando la miseria di 9 punti e se pensiamo che il più prolifico è stato Lynn Greer (12) allora si spiega tutto il resto.
La Bennet è partita lavorando ai fianchi l'eterna nemica che non incontrava in una semifinale dei play off da 23 anni, era la base per far andare via di testa il torello anche se poi Milano ha sistemato un po' di cose in difesa, almeno fino a quando non era costretta ad utilizzare Pecherov che ieri ha fatto ridere in copertura e in attacco ha lasciato sul tavolo un misero 1 su 5 da 3 che sarebbe la sua specialità.
Per Cantù buona la prima.
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