La superiorità etica del Pd finisce in polvere. Ed è bianca. C’è un processo a Potenza su traffici di cocaina, scambi di voti, affari con la criminalità organizzata basilisca, uno stadio nuovo da costruire e tanta politica. Ci sono un vicepresidente del Parlamento regionale e un gruppo di consiglieri che finiscono al centro di questa brutta storia. Il guaio per i moralisti di professione è che sono tutti di centrosinistra. Non ci sono quindi elenchi da fare. I sacerdoti della buoncostume non si strappano le vesti in tv. Le carte e i brogliacci non fanno notizia. Non c’è scandalo. Questa storia serve però a smascherare un falso mito. La favola di un’Italia spaccata in due, da una parte le anime pure, la razza divina degli antiberlusconiani, quelli a cui Dio, Travaglio e Saviano hanno riconosciuto il diritto di governare, dall’altra i peccatori, i bastardi, gli infami e i corrotti. I profeti della morale sono convinti che un incidente del destino, quella cosa chiamata elezioni democratiche, abbia portato al governo i cattivi. Il loro obiettivo è riscrivere la storia, correggere l’errore e per farlo usano tutti i mezzi e vanno in giro a certificare la santità degli sconfitti. Sono, oltretutto, così fanatici e convinti di stare dalla parte giusta che ignorano tutto ciò che sporca le loro tesi. Non si sono così accorti che il Pd e ciò che lo circonda da tempo puzza di marcio.
Non è colpa loro. La storia della superiorità morale è servita a giustificare fallimenti e sconfitte. La sinistra non esiste. È mediocre. È stata sequestrata da una classe dirigente di burocrati e mestieranti della politica. È dal 1989 che non ha un’idea o un progetto politico. Ma non perdono perché incapaci. No, si illudono di perdere perché troppo buoni.
La sinistra si inganna. Si guarda allo specchio e si vede diversa. È uno specchio deformato però. Non ti fa vedere la realtà, ma quello che vorresti essere e purtroppo non sei. Cancella tutte le cose brutte. Non vede che la professoressa Valeria Termini, candidata del Pd per l’authority sull’energia, è stata al centro di una polemica in stile «baronopoli». La docente di Roma Tre, moglie di un barone ex deputato Ds, fu accusata dal Sole24ore di aver vinto la cattedra con un concorso su misura. Il bando prevedeva clausole assurde, come la consegna «a mano» al preside della Facoltà di titoli e domanda di concorso, in modo da eliminare sgraditi pretendenti impossibilitati ad essere lì fisicamente.
La sinistra democratica, libertaria e pluralista perde la testa quando scopre che Matteo Renzi, sindaco di Firenze e leader dei «rottamatori», commette il sacrilegio di incontrare Berlusconi ad Arcore.
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