Superpippo si scatena ancora e il Milan rivince la Supercoppa

I rossoneri, sotto uno a zero dopo il primo tempo, poi il ribaltone con il solito Inzaghi e Jankulovski. Kakà firma il tris con dedica a Puerta. Commovente minuto di raccoglimento per ricordare il difensore del Siviglia. Berlusconi fa i conti: "Sono il presidente più vincente". Ancelotti: "Mettiamo Pippo in naftalina per 5 mesi"

Superpippo si scatena ancora 
e il Milan rivince la Supercoppa

Montecarlo - È l’onda lunga di Atene. Non c’è usura o rosa ridotta che tenga. La marcia inarrestabile del Milan campione d’Europa continua. Ieri sera nel Principato, terra di favole e di ricchezze esibite, passa all’incasso e conquista il suo trofeo numero 17: è il club più titolato al mondo, davanti a Independiente e Real Madrid. Il Siviglia resta folgorato dopo aver assaporato, per un tempo, il gusto forte della sesta impresa: è la prima finale che perde, dopo cinque di fila, vinte alla grande. Si rifarà. Il Milan invece va avanti lungo la sua strada. Che può farsi anche in salita, come succede nel primo tempo per le incertezze di Dida e la discutibile ispirazione dei suoi uomini migliori, ma alla fine i guerrieri berlusconiani riescono a trovare il bandolo della matassa. Se non è Pirlo, come ad Atene, c’è Gattuso che aziona Inzaghi, se non è Gattuso, provvede Pirlo a indovinare l’arcobaleno per Jankulovski. E il rigore di Kakà incornicia il capolavoro milanista maturato in 45 minuti. La supercoppa d’Europa torna in Italia, proprio come quattro anni prima: toccò sempre al Milan, allora, gol di Shevchenko, reduce da Manchester. È più o meno la stessa squadra di allora ma la magia continua. Nell’occasione il principe è Nesta, Pirlo l’artefice del successo, tutti gli altri strepitosi gregari di una squadra che sa trovare, nella sfida secca, risorse incredibili.

C’è il tempo dell’emozione (applausi, striscione dei milanisti e minuto di raccoglimento dedicato ad Antonio Puerta) e il tempo della partita che non resta contaminata dall’atmosfera triste. Le serate di luna storta si riconoscono attraverso piccoli dettagli ma al volo. E il Milan riconosce la serata di luna storta appena s’accorge che la sua prima combinazione d’attacco alla mano realizzata da Seedorf e Inzaghi e chiusa da uno spavaldo Kakà scheggia il palo esterno di Palop rianimando il Siviglia colpito a tradimento da quel blitz.

Le serate di luna storta diventano un piccolo calvario se poi al Milan poco ispirato e preciso si aggiungono le fatali incertezze di Dida. Chiarimento essenziale: non c’entra niente la sua prova sciagurata del primo tempo con il piccolo infortunio patito alla spalla destra giovedì sera durante la rifinitura. È insicuro di suo e su episodi non particolarmente complicati, come può essere un banale calcio d’angolo evitabilissimo (deviazione di Jankulovski tutto solo) dal quale prende le mosse il vantaggio andaluso. Dida guarda il pallone veleggiare verso il secondo palo abbozzando l’uscita, si ferma, poi tenta di rimediare andando incontro a Renato, inutilmente e si lascia trafiggere come un tordo. Condizionato dal giallo incassato al primo intervento feroce, Gattuso rimane come stordito e sbaglia più delle sue abitudini. Quando succede a metà frazione (palla dietro a Kanoutè), per poco il Siviglia non acchiappa il 2 a 0: Dida risulta saltato, Nesta il gigante si sostituisce al proprio portiere deviando davanti alla linea la stoccata di Renato. La replica del Milan, mai convincente né tambureggiante, si esaurisce con un colpo di testa di Seedorf (alto sulla traversa), con qualche cross di Oddo dalla destra e col golletto di Inzaghi sul gong, annullato (giusto così) per fuorigioco.

La serata del Milan (nonostante la frattura nel tifo, gli ultrà in silenzio, gli altri se la prendono a morte) si rimette al bello appena, inizio della ripresa, la squadra di Ancelotti cambia passo e mostra una maggiore determinazione. Il sorpasso sul Siviglia matura al culmine dei primi 20’: bastano due fiammate per incenerire gli andalusi. Nel primo caso un pressing generoso di Gattuso procura a Rino stesso la palletta che può battezzare per la testa di Inzaghi, perso da Poulsen in area: 1-1. Nel secondo caso, con i campioni d’Europa in dieci (a Gattuso viene ricucito il sopracciglio), Pirlo trova a 35 metri Jankulovski smarcato sulla sinistra: il suo mancino al volo è un tiro forte e angolato che Palop subisce con qualche responsabilità.

Si arrende Gattuso e debutta Emerson, mentre nel Siviglia Juande Ramos prova la carta Maresca ma è il Milan che arrotonda nel finale con un 3 a 1 didascalico, frutto del rigore (pedata di Dragutinovic sul brasiliano) trasformato da Kakà sulla respinta del portiere.

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