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Svindal, lezione a Blardone: «Ecco come si trionfa»

da Sölden

La differenza sta tutta nella testa. Non è una novità: nello sport di alto livello, e nello sci in particolare, le gare più importanti si vincono quasi sempre grazie a una superiore forza mentale, ieri ne abbiamo avuto la conferma. A metà giornata, dopo la prima manche, il numero 1 italiano Massimiliano Blardone era 4°, staccato di 89/100 dal capo classifica, Ted Ligety. Al parterre, Max scuoteva il capo, era triste e arrabbiato: «La vittoria ormai è andata, sono troppo lontano, ho sbagliato, la pista era già rovinata…» e via lamentandosi. Sempre a metà gara, dopo la prima manche, Aksel Lund Svindal, il norvegese numero 1 mondiale, era 6°, staccato da Ligety di 1"17. Aveva lo sguardo fiero, spavaldo, ma anche rilassato: «Ho sbagliato tanto, capita, ma c'è ancora la seconda manche, posso vincere lo stesso».
Detto e fatto. La nuova coppa del mondo ha così ritrovato il suo padrone, la prova di forza offerta ieri da Svindal è stata mostruosa come la sua seconda manche, Ligety, Palander, Raich e Miller non hanno potuto far altro che battergli le mani, con rispetto e ammirazione, ma anche con un filo di preoccupazione, perché è bastata una gara per capire che il norvegese quest'anno scia con un ritmo impressionante, con una nuova sicurezza; è insomma un gradino sopra tutti. Dei migliori, in classifica, manca solo Max Blardone, uscito in fondo al muro mentre cercava di recuperare alcuni errori che gli avevano anche fatto perdere la maschera: «Io ci ho provato ed è andata male, certo oggi sono l'unico rimasto a zero punti, non è il massimo partire così». Quando gli facciamo notare il differente approccio alla seconda manche del vincitore, Max scuote la testa, fiero ma rassegnato: «Che ci posso fare? Non siamo tutti uguali, io sono fatto così». Già, purtroppo, verrebbe da dire, perché proprio la testa ha tradito troppe volte il ventottenne ossolano ed è un vero peccato, tanto più sapendo che ora, anziché voltare pagina e dimenticare la prima gara andata storta, Max si roderà per oltre un mese, fino al prossimo gigante in programma a Beaver Creek ai primi di dicembre.
Fuori Blardone, l'Italia ha piazzato due uomini nei primi dieci: Mölgg 6° e Schieppati 9° hanno dimostrato di avere ancora margini, ma incoraggiante è stata anche la seconda manche di Peter Fill, che grazie al terzo tempo parziale ha recuperato 11 posizioni chiudendo 13°, due posti davanti a Davide Simoncelli, al rientro dopo l'operazione al ginocchio, che però gli fa ancora male.

La brutta notizia della giornata è il ko, forse finale, di Arnold Rieder: reduce dall'infortunio al tendine d'Achille dello scorso anno (l'ennesimo stop della sua carriera), l'ormai trentaduenne altoatesino si è fatto male al ginocchio sinistro: si teme la rottura dei legamenti crociati.

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