Bolzano - Soddisfazione per l’esito del referendum nei Comuni ladini della Provincia di Belluno è stata espressa dal governatore Svp dell’Alto Adige Luis Durnwalder. "Il risultato non è solo un riconoscersi nell’identità ladina, ma anche un attestato di stima per il lavoro che da anni la Provincia di Bolzano porta avanti con convinzione a favore della minoranza ladina", ha detto Durnwalder. "Con il loro voto i cittadini dei tre Comuni ladini hanno ribadito il loro sì all’identità ladina e alle radici storiche", ha aggiunto, facendo riferimento "ai 400 anni di storia comune che Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallongo hanno con il Tirolo". "Abbiamo sempre detto chiaramente che non vogliamo esercitare alcuna volontà di accorpamento di nuovi territori, ma allo stesso tempo, se tutti gli ostacoli saranno superati, confermiamo che i tre Comuni ladini sono i benvenuti in Alto Adige".
Cota (Lega): è un sì per il federalismo "Con il federalismo la gente non avrebbe votato per passare dal Veneto al Trentino", dice Roberto Cota, vice capogruppo della Lega Nord alla Camera "il voto al referendum - sottolinea - è per il federalismo e contro il centralismo di Roma. In tutto il Nord c’è questo sentimento. La gente capisce bene cosa vuol dire lavorare per chi non lavora e usa gli strumenti che può per far capire quello che vuole".
I verdi: ora si tenga conto del voto Lo dicono i Verdi altoatesini che salutano il risultato del referendum affermando: "Benvenuti in Alto Adige". "Gli abitanti dei tre comuni si sono avvalsi di un loro diritto democratico e hanno espresso una posizione molto chiara. Sarebbe difficilmente spiegabile che tutta l’operazione si risolve in un bel nulla, solo perché qualcuno non condivide questa o quella motivazione dei votanti".
Il governatore del Veneto, Galan: chi semina vento... Il presidente del Veneto Giancarlo Galan è pronto a ricorrere alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea se il consiglio provinciale di Bolzano dovesse dare il proprio assenso al distacco di Cortina dal Veneto, "chi semina vento raccoglie tempesta...", dice. "Il presidente Durnwalder ha dichiarato - rileva in una dichiarazione Galan - che, se vincerà il sì al referendum di Cortina, si attiverà affinchè il parere del Consiglio provinciale di Bolzano sia favorevole, ferma restando la necessità di un assenso dell’Austria. Al presidente Durnwalder sfugge che: non sono in gioco i confini d’Italia e dell’Austria; gli attuali confini d’Italia e, in particolare, della Regione autonoma Trentino-Alto Adige sono quelli stabiliti dal Trattato di pace del 1947, il cui art. 10 n. 2 ha stabilito che 'le Potenze Alleate ed Associate hanno preso atto delle intese (il cui testo è riportato nell’Allegato IV) prese di comune accordo fra il Governo austriaco ed il Governo italiano il 5 settembre 1946': si tratta dell’accordo De Gasperi-Gruber". «Sono in gioco, invece - dice Galan -, principi di regime della forma di Stato della Repubblica italiana (in specie di solidarietà ed eguaglianza), la quale non può estendere (anzi, deve azzerare) forme di privilegio finanziario non contemplate dallo stesso accordo De Gasperi-Gruber, il quale prevede che la Provincia di Bolzano abbia competenze legislative e amministrative particolari e corrispondenti, ma non comparativamente maggiori rispetto alle altre Regioni, disponibilità finanziarie (v. n. 55 del Pacchetto)". "È lapalissiano - prosegue Galan - che il passaggio di Cortina alla Provincia di Bolzano estenderebbe a territori già ricchi benefici ulteriori, che in nome della solidarietà finirebbero per essere pagati dai cittadini rimasti nel Veneto e dalle altre popolazioni svantaggiate d’Italia. Per queste ragioni, dichiaro fin d’ora che, in caso di assenso al distacco di Cortina dal Veneto da parte del Consiglio Provinciale di Bolzano, mi rivolgerò alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea".
L'assessore Gava: nessuno se ne andrà "Nessuno esce oggi e nessuno uscirà domani", a dirlo con chiarezza è l’assessore regionale del Veneto alle Politiche economiche ed istituzionali Fabio Gava. "Cortina è e resterà - sottolinea - nel Veneto, così come Lamon, Asiago e via dicendo. Rimane il problema politico che è quello di sempre: lo Stato deve rispondere alle spinte secessioniste di territori italiani che confinano con altri territori italiani ingiustamente privilegiati, concedendo al più presto il federalismo fiscale e altre forme di autonomia, o continuerà la ricerca della disgregazione, nel nordest come nel nordovest".
La Santanché: sbagliato votare solo per i benefici fiscali "Non voglio e non posso credere che Cortina scelga di passare all’Alto Adige. Sarebbe come rinnegare la propria storia. Una scelta sbagliata solo per appartenere ad una regione a statuto speciale e usufruire di benefici fiscali", dice il parlamentare di An, Daniela Santanchè, da oltre 20 anni habituèe di Cortina. "Un referendum che accorcia la strada per risolvere ben altri problemi - ha aggiunto -. Lasciando comunque incompiuti gli interrogativi e le richieste. Lo ripeto, spero non ci sia il passaggio in Alto Adige - ha concluso la Santanchè - Equivarrebbe a sdradicare Cortina dal suo stesso passato. Cortina appartiene e apparterrà sempre al Veneto".
Marina Ripa di Meana: trionfo per Cortina "Cortina esce trionfante dal referendum. Sì all’Alto Adige per gestire un territorio doc e ricchissimo, dove una casa è più cara di Park Avenue a New York", sostiene invece una tra le più note habituees cortinesi, Marina Ripa di Meana.
"La città è costretta a puntare sempre più in alto - ha proseguito - ha bisogno di vivere e di mantenersi inseguendo standard molto elevati. Non mi meraviglia - ha concluso - che la maggior parte dei cittadini abbia votato per l’annessione all’Alto Adige".