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La Tac indolore che previene l’infarto

La nuova tecnica trasferisce in pochi minuti sul computer immagini del cuore del paziente. Sostituisce la vecchia coronografia invasiva

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Michela Giachetta

da Roma

Fare sport. Mangiare sano. Mantenere uno stile di vita equilibrato. Ecco le regole d’oro per prevenire infarti e ictus. Regole d’oro, ma non sufficienti. Per prevenire, infatti, bisogna anche informare ed essere informati. Per questo si è svolta all’università La Sapienza di Roma, la «Seconda giornata nazionale della prevenzione delle malattie cardiovascolari e respiratorie», che rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro Paese.
Dietro il 44% dei decessi, infatti, ci sono infarti, ictus e arteriosclerosi. E questa percentuale è destinata a essere confermata anche per il prossimo quarto di secolo. Ma qualcosa si può fare. Magari utilizzando alcune delle tecniche illustrate al convegno organizzato per iniziativa del professor Carlo Gaudio, direttore del dipartimento Cuore e Grossi Vasi della Sapienza. «Abbiamo illustrato ai medici di base e ai cardiochirurghi presenti le tecniche all’avanguardia in materia - spiega Gaudio -. In particolare ci siamo soffermati sulla cosiddetta “Tac multistrato computerizzata”». Si tratta di un esame che presenta notevoli vantaggi rispetto a quelli tradizionali: prima della sua introduzione, infatti, esisteva solo la coronografia invasiva, che consiste nell’inserire un catetere all’interno dei vasi sanguigni, con rischio di complicazioni. A questo si aggiungeva l’impossibilità di effettuare un esame preventivo.
Ora le cose sono cambiate. Con la nuova tecnica, attraverso i raggi x (Tac), il cuore della persona a rischio subisce dalle 60 alle 200 raffigurazioni lineari (multistrato), che vengono subito trasportate sul computer e tradotte in immagini. Nessun dolore per il paziente e tempi molto veloci. Il tutto, infatti, richiede pochi minuti. «Senza contare - aggiunge il luminare - che l’utilizzo di questa tecnica giova anche al sistema sanitario.

Essendo preventiva, può evitare che le persone a rischio diventino malati cronici». Per l’immediato futuro è allo studio una piccola protesi endovascolare (Horus Stent), che servirà a tenere aperto un vaso colpito da arteriosclerosi, soprattutto quando lo stadio non è avanzato.

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