Tangenti per i mondiali al Qatar, senatore australiano chiede 50 milioni alla Fifa

Secondo Nick Xenophon l'edizione del 2022 è stata soffiata all'Australia grazie alla mazzette pagate dal ricco emirato arabo. E ora il battagliero parlamentare chiede alla governo mondiale del calcio il rimborso di tutti i quattrini spesi da Camberra per promuovere la propria candidatura

Una cinquantina di milioni di dollari. Tanto avrebbe speso il governo australiano per promuovere la propria candidatura a ospitare i mondiali di calcio del 2022. Assegnati invece al Qatar ma dietro un consistente giro di tangenti. O almeno così sostiene il senatore Nick Xenophon, diventato piuttosto popolare in questi ultimi anni per una serie di battaglie contro Scientology o la Cina, che ora ha presentato al conto alla Fifa.
Nei giorni scorsi infatti sono state rese pubbliche alcune e.mail fra il segretario generale della Fifa Jerome Valcke ed il vicepresidente della federazione internazionale Jack Warner. In una in particolare Valcke fa riferimento a Mohamed bin Hammam, dirigente sportivo qatariota, presidente della «Asian Football Confederation» e membro del comitato esecutivo della Fifa. A proposito della sua decisione di candidarsi alla presidenza come sfidante dell'uscente Joseph Sepp Blatter, scriveva «Non capisco perché MBH si sia candidato. Non se davvero pensi di avere un chance, oppure se lo stia facendo per evidenziare quanto non gli vada più a genio JSB. Oppure pensa di poter comprare la Fifa così come ha fatto per la Coppa del Mondo». Una bomba nel mondo del calcio. Il comitato di Qatar 2022 pretende immediati chiarimenti dalla Fifa e dal suo segretario generale. «Nel frattempo abbiamo dato mandato ai nostri legali di vedere se ci siano gli estremi per procedere».
Ma dall'altro capo del mondo si è attivato anche il senatore indipendente dell'Australia del Sud Nick Xenophon che ha diffuso una nota, intitolata «Cartellino rosso per la Fifa», in cui chiede qanche il rimborso dei 48,8 milioni di dollari che il governo ha speso per promuovere la candidatura a organizzare il campionato del 2022. Xenophon, un avvocato di 52 anni, non è nuovo a uscite clamorose. Tempo fa ha caricato a testa bassa la Chiesa di Scientology, che ha tra i suoi membri più famosi Tom Cruise e John Travolta, definita «Un'organizzazione criminale manipolativa e violenta». Insieme al collega Barnaby Joyce del conservatore National Party, è apparso in uno spot televisivo per fermare lo «shopping» che la Cina sta facendo del campo delle miniere australiane: «Si vende il latte, non la vacca. Il governo australiano potrebbe comprare una miniera in Cina? Perché allora dovremmo consentire al Governo cinese di far ciò qui da noi?». Un uscita che non ha avuto molto seguito sulla stampa australiana anche se subito dopo è fallita la «madre di tutte le acquisizioni».

È infatti andata a vuota l'offerta pubblica di acquisto, «take over» in inglese, di Chinalco su Rio Tinto, compagnia anglo-australiana e seconda società mineraria al mondo. E chissà che ora la causa da 50 milioni non vada a buon fine e il vulcanico senatore riesca a ottenere il faraonico rimborso.

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