Roma

Taxi, anche Tiburtina invasa dagli abusivi

Michela Giachetta

La mezzanotte è passata da un pezzo, eppure la stazione Tiburtina pullula di gente. È il mercoledì di una notte di fine agosto e gli arrivi nella Capitale sono tanti. Autobus non se ne vedono in giro e manca la voglia di aspettarli. Quello che si desidera di solito a quell’ora è solo arrivare a destinazione il prima possibile. Lo sanno tutti, noleggiatori abusivi in testa, che infatti sono lì, all’uscita della stazione, ad aspettare i possibili clienti. Si avvicinano con fare furtivo: «Taxi?». Sono in tre, i primi trenta metri del marciapiede nel piazzale della stazione sono tutti per loro. L’impressione è che si siano suddivisi quei pochi centimetri. E così, nell’arco di quei trenta metri la domanda si ripete tre volte. Nessun vigile a controllare, fuori a quell’ora ci sono solo parenti o amici che aspettano la persona da portare a casa.
Chi non risiede a Roma, difficilmente sa che basta girare l’angolo per trovare i «tassinari» in regola, quelli appostati dove prescrive il regolamento, vicino a una colonnina, e che basta mettersi in fila per evitare di essere letteralmente derubati dai noleggiatori abusivi. Di certo non lo sa la signora americana che alla domanda «Taxi?», risponde «Yes, please». Non chiede il prezzo della corsa, si mette a sedere in una macchina priva della scritta taxi e va via. La stessa cosa accade con due ragazzi stranieri, appena arrivati, carichi di borse. Si guardano intorno e alla prima persona che si avvicina loro, che è un noleggiatore abusivo (ma loro probabilmente lo ignorano) ripetono «Sì, grazie». Chi gira l’angolo, invece, trova due auto bianche in regola, altri due stanno arrivando. La fila non è lunga. In una decina di minuti si sfoltisce. Basta conoscere la città e sapere che se si vuole un taxi «a norma» si deve solo girare l’angolo. Ma per chi arriva nella capitale per la prima volta?
La stazione Tiburtina non viene menzionata nell’accordo che i tassisti hanno stipulato con il Comune e che in questi giorni è al centro di non poche polemiche. In quel documento si parla genericamente di un «maggior impegno da parte del Campidoglio nel contrasto all’attività abusiva degli Ncc» (noleggio con conducente) ed è, invece, previsto un «servizio specifico per la stazione Termini». L’impressione che si ha arrivando a Tiburtina è che l'impegno del Campidoglio dovrebbe partire da un maggior controllo della zona, con modalità e tempi da stabilire. Non è un caso, infatti, che a Termini la situazione sia un po’ diversa. Ieri pomeriggio una macchina della polizia era posizionata all’ingresso di piazza del Cinquecento. Una forma di deterrente che ha il suo effetto. Nessun noleggiatore abusivo ci avvicina, offrendoci una corsa, anche perché tutta la stazione è circondata da tassisti, che in qualche modo fanno da «guardia al territorio».
In via Marsala, via Giolitti e soprattutto in piazza del Cinquecento le auto bianche si trovano tutte di fianco ai marciapiedi, proprio davanti alle uscite, mentre qualche tempo fa in piazza dei Cinquecento erano solo sul lato destro e bisognava percorrere un po’ di strada prima di arrivare alle apposite colonnine. Oggi quello che i tassisti lanciano è un chiaro e immediato segnale visivo, a riprova del fatto che quel territorio non hanno nessuna intenzione di mollarlo. Alle 15 la fila è praticamente inesistente. Le persone che arrivano a Termini aspettano pochi secondi prima di salire sull’auto bianca che li porterà a destinazione. Una decina di taxi si succedono con una certa rapidità. Per due che partono, altri due arrivano. Il tempo di chiedere la meta, di guardare il foglietto che molti stranieri tengono nel taschino con la via dell’hotel, di rispondere ok.

E l’auto del tassinaro è già in moto.

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