Omar Sherif H. Rida
Entra finalmente nel vivo l«atto secondo» della protesta dei tassisti capitolini. Un sequel divenuto inevitabile dopo il controverso finale della prima puntata, conclusasi lo scorso 24 luglio con il presunto accordo raggiunto in Campidoglio dalla giunta e le associazioni di categoria. Unintesa che tuttavia non era stata sottoscritta da otto sigle sindacali a causa di una serie di modifiche (relative alle 2500 auto in più e ai «sostituti» alla guida) che - secondo i non firmatari, tra cui Ugl, Uri e Ati - lavrebbero stravolta.
Uno stop improvviso, venuto alla luce una settimana fa, e che aveva allontanato quella «pax» sbandierata dal sindaco Veltroni in quellafosa serata di luglio. Dietro langolo, minaccioso, lo spettro di una nuova, pesante protesta di piazza dopo quella che precedette lincontro della Sala delle Bandiere. Un pericolo che solo gli incontri annunciati per oggi e domani potrebbero scongiurare. Questa mattina, nella sede del «4665» di via del Pescaccio, è infatti prevista la riunione delle associazioni di categoria per tentare di arrivare a un compromesso interno. Il summit odierno costituirà lantipasto del decisivo vertice di domani tra i rappresentanti dei tassisti, albergatori, commercianti, lassessore alla Mobilità Mauro Calamante e - secondo voci dellultimora - lo stesso Veltroni.
Uno schema, quello del doppio tavolo, che sembra ricalcare quello di luglio: anche allora a raggiungere laccordo furono, in fase preliminare, il fronte «barricadiero» con i sindacati vicini alla giunta. Come allora nella veste di intermediario con lamministrazione ci sarebbe il segretario di Unica-Cgil, Nicola Di Giacobbe. A variare potrebbe essere solo il finale: se laltra volta Veltroni si sarebbe limitato ad accettare e ratificare unintesa già pronta - senza prodursi in quella faticosa e decisiva mediazione attribuitagli da alcuni quotidiani - in questoccasione sussiste qualche incertezza in più. Le richieste delle auto bianche sembrano piuttosto impegnative, come ribadisce il presidente dellUri e del «3570», Loreno Bittarelli: flessibilità delle 2500 auto aggiuntive in base ai diversi periodi e alle effettive richiesta; regolamentazione della figura del «sostituto» alla guida, che i tassisti intendono come unopzione e non come un obbligo; adozione immediata della nuova tariffa progressiva, adeguata agli aumenti Istat e nel rispetto degli accordi dellestate 2004. Tre punti su cui le sigle ribelli» non transigono e che si uniscono ad altre questioni minori quali la lotta agli Ncc abusivi, il supplemento di un euro delle corse con partenza da Termini, il monitoraggio («non accetteremo nessun occhio satellitare a bordo che porti a forme di controllo», annuncia Bittarelli) e dulcis in fundo, la tariffa fissa da e per gli aeroporti.
Su questultima più possibilista lUri e nettamente contraria lUgl del battagliero segretario Pietro Marinelli, che ieri ha denunciato inoltre come «da due giorni, a Fiumicino si stanno moltiplicando le multe ai nostri danni. Contravvenzioni superiori ai duemila euro e comminate per qualsiasi violazione, anche la più inconsistente, in base al codice di navigazione aerea, che però può essere applicato solo allinterno dellaerostazione». E quindi le possibilità daccordo? «Credo non ce ne siano molte. Siamo pronti già da mercoledì a scendere nuovamente in piazza, a cominciare proprio dallarea dellaeroporto».
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