Taxi: ecco le richieste delle associazioni «ribelli»

Omar Sherif H. Rida

Sembrava solo una questione di un «fino a» (2500 vetture) e di un «anche» (dai cosiddetti «sostituti» alla guida) in più. L’aggiunta di due semplici locuzioni per scrivere finalmente la parola «fine» sull’affaire dei taxi capitolini. «Se il Comune ci accorda queste due modifiche - aveva annunciato il presidente dell’Uri e del 3570, Loreno Bittarelli - siamo pronti a firmare il testo». Il testo della «storica intesa» - così l’aveva definita il Campidoglio - raggiunta da tassisti e amministrazione il 24 luglio sera. Solo che per le otto sigle che non lo avevano firmato, la mancanza dal verbale di quelle due paroline magiche ne avrebbe di fatto stravolto i contenuti. Sia per l’aumento indiscriminato del servizio di 2500 unità, sia per una possibilità che ora diverrebbe un obbligo, cioè quella di assumere un dipendente alla guida.
«Tutto come concordato» era stata la replica del Comune. Da qui la bagarre delle ultime 48 ore e la convocazione per mercoledì prossimo, presso l’assessorato alla Mobilità, di un nuovo tavolo con le venti associazioni di categoria (compresi anche albergatori e commercianti) e appunto, l’assessore Mauro Calamante. All’ordine del giorno, in primis, le questioni delle auto in più, del secondo conducente e - soprattutto per l’Ugl - quella della tariffa fissa da e per gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Eppure, confrontando il protocollo del 24 luglio con un documento stilato dalla cooperativa «3570» di Loreno Bittarelli contenente alcune «proposte di modifica», emergono nuove, significative differenze tra il testo dell’accordo e le richieste dei tassisti.
Ma procediamo con ordine. Nella carta d’intenti preparata dal «3570» il secondo punto (il primo è ovviamente quello in cui si legge «ampliamento del servizio, nei periodi di maggior richiesta, anche attraverso l’utilizzo di collaboratori familiari, sostituti alla guida e dipendenti, fino a:» con successiva elencazione dei turni), recita: «Istituzione di un supplemento di 1 euro per le corse con partenza dalla stazione Termini, allo scopo di incentivarne il servizio». Una richiesta aggiuntiva rispetto al verbale firmato da una parte delle sigle sindacali. In terza battuta si chiede di prevedere «un servizio integrativo per la Stazione Termini, con due turni di 100 auto l’uno, rispetto alle auto impegnate nel servizio ordinario - e fin qui tutto uguale al protocollo d’intesa, solo che il «3570» prosegue con - «che dovranno affittare nell’apposita corsia ad essi riservati per il carico delle corse con destinazione all’interno delle Mura Aureliane».
Altre faccende scottanti quelle del monitoraggio e degli Ncc, mal digerite dai rappresentanti delle auto bianche. Il Campidoglio scrive: «Applicazione di un sistema di monitoraggio che garantisca la certezza del servizio concordato, da una parte, e la privacy degli operatori, dall’altra». I tassisti replicano: «Monitoraggio: da definire e concordare». Il Campidoglio scrive: «Maggior impegno nel contrasto all’attività abusiva degli Ncc». E i tassisti aggiungono significativamente: «Di Roma e di fuori Roma». Quindi le tariffe predeterminate, con le sigle ribelli che a differenza del Comune indicano espressamente le tariffe di 40 euro per Fiumicino e di 30 euro per Ciampino. «Perché questi erano gli accordi con Veltroni» chiosa Bittarelli, che nello stesso documento chiede inoltre, «l’adozione immediata della nuova tariffa progressiva - così come stipulato nel protocollo firmato nel luglio 2004 e ferma da sei anni - per favorire una maggiore trasparenza del servizio taxi per gli utenti».
Per il resto i due testi coincidono, tranne che per una dettagliata proposta di turnazione e una postilla relativa alla «disponibilità a potenziare il servizio nel caso di grandi eventi come la Notte Bianca», con i tassisti che invocano l’istituzione di corridoi protetti che consentano l’accesso ai mezzi di soccorso e ai taxi».

«Si tratta di punti in linea di massima condivisi dalle associazioni non firmatarie - sottolinea Bittarelli, confermando la riunione preliminare della categoria per lunedì 29 nella sede del «6645» - e su cui siamo disposti a discutere, ferma restando la nostra intransigenza su auto in più e sostituti». Punti che tuttavia potrebbero contribuire a indirizzare negativamente la trattativa. E allora, la protesta di piazza potrebbe essere di nuovo dietro l’angolo.

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