Roma

Taxi: sul satellitare è scontro Comune-An

Omar Sherif H. Rida

Nella vicenda taxi scocca l’ora del «Walter furioso». Dopo le polemiche seguite alla delibera di martedì con cui la giunta ha affidato ad Atac lo studio del sistema di controllo satellitare da installare sulle vetture, ieri il sindaco Veltroni si è scagliato contro Alleanza nazionale, rea, a suo giudizio, di strumentalizzare la protesta: «An sta mettendo i tassisti, o almeno una parte della categoria, contro la città - ha tuonato il primo cittadino -. Mi chiedo come ciò sia compatibile con l’idea di una destra moderna». Sulla questione Gprs Veltroni ha aggiunto: «Abbiamo tutti il diritto di sapere quanti taxi sono in servizio. Non ci interessa cosa fanno i tassisti terminati i turni, la questione della privacy non sta in piedi. O accettano il satellitare o 2.500 licenze. Non ci sono terze soluzioni».
Una presa di posizione che ha provocato la dura replica del commissario della Federazione romana di An, Gianni Alemanno: «Il sindaco rispetti il partito che rappresenta il 20 per cento dei romani - ha affermato l’ex ministro dell’Agricoltura -, e la smetta di diffamare la principale forza di opposizione in consiglio comunale perché altrimenti questo avrà le dovute conseguenze sull’attività dell’Aula. Da parte nostra nessuna strumentalizzazione, ma solo appelli alla responsabilità e al rispetto dei diritti dei lavoratori». E raccogliendo un invito di Alemanno, le associazioni dei tassisti si riuniranno in assemblea lunedì 9 ottobre alle ore 20, nei locali del terminal Gianicolo, per discutere del controllo Gprs approvato in giunta.
Un botta e risposta degno dell’ultima campagna elettorale, alla quale ha fatto involontariamente riferimento anche il leader della cooperativa «3570», Loreno Bittarelli, invitando Veltroni a «fare il sindaco di tutti - così come recitava lo slogan scelto per la rielezione -, anche dei tassisti, invece di offenderci definendoci strumentalizzati». «È innegabile - ha aggiunto Bittarelli - che anche la nostra categoria abbia delle difficoltà in una città senza infrastrutture, paralizzata dalle manifestazioni e dal traffico. Vogliamo offrire un servizio migliore all’utenza e il sindaco lo sa bene». Sempre ieri il legale dello stesso «3570», Leopoldo Facciotti ha definito «vistosamente illegittima la delibera comunale sul controllo satellitare», in quanto «la materia del trasporto pubblico non di linea è regolata da una legge nazionale e da una legge regionale. Ne consegue che il Comune può disciplinare il servizio taxi, nei limiti in cui lo stesso non sia già oggetto di disciplina legislativa diretta da parte della Regione».
Ma intanto il progetto del monitoraggio va avanti. «L’Atac ha trenta giorni di tempo per fare una proposta - ha spiegato l’assessore capitolino alla Mobilità, Mauro Calamante -, poi si procederà alla gara d’appalto. Nel frattempo chiederemo alle centrali radiotaxi di fornire i tabulati come informazione sulle macchine in circolazione». Poi l’annuncio che da domenica prossima scatterà un ulteriore aumento delle vetture in servizio al giorno (per arrivare a 2.700 fino al 23 ottobre), così come previsto dall’accordo del 30 agosto. Tutt’intorno, infuria la polemica. Nella maggioranza Esterino Montino (Ds), Roberto Giachetti (Dl) e il capogruppo comunale dell’Ulivo, Pino Battaglia, accusano An di gettare benzina sul fuoco. Un attacco che il capogruppo di An, Marco Marsilio, definisce «retaggio di una vecchia mentalità totalitaria» mentre il collega di partito Fabio Schiuma, gli fa eco accusando Veltroni «di scaricare le colpe dell’opposizione. Durante la vertenza la commissione Trasporti non è stata mai convocata». Chiude il neocoordinatore regionale di Fi, Francesco Giro, che invita a «evitare la macelleria ideologica che rischia di passare al tritacarne gli utenti e gli operatori del settore.

Senza dimenticare le difficoltà della categoria: caro benzina, l’aumento dei costi di manutenzione e i problemi legati all’assistenza previdenziale, la qualità del lavoro e della salute».

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