«Te lo tiro lì». «E io te lo paro» A Totti saltano i nervi su rigore

La Roma liquida la Reggina. Ma il capitano sbaglia il sesto penalty e litiga con Campagnolo

«Te lo tiro lì». «E io te lo paro» A Totti saltano i nervi su rigore

Roma - La maledizione del dischetto. Che fa perdere le staffe a Francesco Totti. Dagli undici metri il capitano della Roma non è più infallibile (ieri il sesto errore stagionale tra campionato e coppe) e questo fatto rischia di penalizzare il giallorosso nella corsa al titolo dei cannonieri, visto che Toni è in rimonta. Così se la Roma chiude in gloria il match con la Reggina bella solo per mezz’ora – tre gol  tutti nella ripresa, il primo di Tavano nella Roma e quelli dei difensori Mexes e Panucci – nel finale Totti si innervosisce per il nuovo errore. Succede tutto al 37’ del secondo tempo: la squadra di Spalletti è sul 2-0, Giosa atterra Totti in area e Tagliavento fischia il calcio di rigore. Da questo momento inizia il siparietto: Campagnolo e Totti si conoscono da anni, da quando cioè il 30enne portiere della Reggina faceva parte del gruppo di Trigoria (ma in tre stagioni collezionerà zero presenze in prima squadra). «Tanto so dove tiri», così l’ex romanista. «Te lo tiro proprio lì sulla tua destra...», risponde sorridendo Totti. «E io te lo paro», gli ribatte Campagnolo che con una risatina apre e chiude le gambe a scatti sempre più veloci, mimando lo svenimento come Grobbelaar, estremo difensore del Liverpool che nel maggio dell’’84 ipnotizzò i rigoristi della Roma e consegnò agli inglesi la Coppa dei Campioni.
Totti, che all’epoca aveva otto anni e viveva nel mito di Falcao, tira proprio sulla destra, laddove ci sono i guantoni del portiere veneto. Campagnolo allarga le braccia e prova ad accarezzare il capitano giallorosso. Totti indica minaccioso la via degli spogliatoi a Campagnolo e sul prosieguo dell’azione si rivolge ad Alessandro Lucarelli, tuonando: «Mi ha preso in giro...».
Panucci intanto segna il terzo gol della Roma, la sfida finisce e i protagonisti spariscono negli spogliatoi dove nasce (ma muore in pochi minuti) il giallo di una presunta seconda ammonizione di Totti. Tutta colpa di un dialogo catturato dalle telecamere tra il capitano giallorosso e l’arbitro Tagliavento, a proposito dell’ammonizione rimediata, quando invece il provvedimento l’avrebbe – a giudizio del romanista – meritato Aronica, che lo aveva minacciato pesantemente.
Fin qui quello che mostra la tv. Poi, a fari spenti e più a freddo, il numero dieci racconta l’episodio del penalty: «È stata una sfida, ho cercato di fregarlo e invece mi ha fregato lui. L’ho mandato a quel paese perché mi ha detto una cosa che non mi è piaciuta, ma è stato un gesto istintivo. Per me era un rigore importante, cercavo di segnare dal dischetto da tanto tempo. Poi c’è stato anche un battibecco con Aronica: era il 93’, la partita era finita e lui ha commesso un fallo inutile su Taddei, se lo prendeva poteva fargli male».
Il nuovo errore pesa sull’umore di un Totti già in campo claudicante (tra il mal di schiena e il guaio muscolare del’ultimo allenamento). Il capitano della Roma ha messo la classifica cannonieri tra gli obiettivi stagionali e ora gli avversari più pericolosi cominciano a recuperare terreno. «Il prossimo rigore lo tirerà lui, ora non cambio volutamente – annuncia Spalletti –. Il portiere l’ha preso un po’ in giro, ma Francesco non doveva reagire. Anche se ora non bisogna esagerare. In fondo se fosse stato importante avrebbe fatto gol».
A difendere il capitano c’è l’amministratore delegato Rosella Sensi. «Voglio precisare che Francesco prende molti calci, evidentemente perché è molto bravo. Non è vittimismo, ha avuto un momento di nervosismo ma credo che sia umano. Bisogna tutelarlo, perché è un grandissimo campione del calcio italiano».
Il «fattaccio» è l’unico neo di una partita dominata dalla Roma.

Dopo il palo di Pizarro e i miracoli di Campagnolo nel primo tempo, la ripresa vede la Roma dilagare: prima la rete di Tavano, il sedicesimo giocatore della Roma ad andare in gol nella stagione, poi il raddoppio di Mexes di testa su corner di Pizarro, infine le decisive parate di Doni su Amerini e Lucarelli, il rigore fallito e il tris di Panucci. Il secondo posto è ormai in cassaforte.

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