Roma

Teatro Due Shakespeare molto «moderni»

Prendono entrambi le mosse da Shakeaspeare e - tanto più - dal desiderio di sperimentare una modalità originale con cui avvicinarlo, rielaborarlo, tradurlo in scena. Non fosse altro perché le sue opere racchiudono la quintessenza dell’Uomo e dunque si prestano facilmente a rimaneggiamenti moderni. Gli spettacoli Othellow di Francesco Giuffrè e Giulio Cesare o della congiura di Maurizio Panici condividono, inoltre, quel marchio Argot che da oltre vent’anni intercetta e inventa nuove scritture per la scena. Il primo lavoro (prodotto dalla EffeGiDi) ha infatti debuttato ieri sera nella piccola sala trasteverina, il secondo (prodotto proprio dall’Argot) arriva questa sera al teatro Italia. La tragedia dell’amore, della diversità, della gelosia, da un lato; quella della Storia, della politica, del tradimento dall’altra. «Nella mia messa in scena - spiega Giuffré, regista e curatore dell’adattamento - Otello non è un nero ma un vecchio, un capo stanco che decide di ritirarsi dalla guerra per portare in auto-esilio il suo popolo e per poter vivere l’amore folle per una ragazzina, Desdemona». La vicenda del Moro di Venezia si trasforma quindi in un emblematico racconto dell’immoralità umana dove lo scontro tra guerra e pace, odio e amore finisce con l’evocare temi di forte attualità.
Il Giulio Cesare, riscritto e curato da Panici per un ricco cast capitanato da Edoardo Siravo e Leandro Amato, non è meno coraggioso. Il regista romano elegge, infatti, questo celebre dramma storico a crocevia di problematiche che scaturiscono sia dai turbamenti dell’animo umano sia da quel senso del tragico che innerva l’universo e che nutre l’operare concreto degli uomini. «Questo Giulio Cesare - chiarisce - si muove in un brusio fatto di voci, suoni, ossessioni che nascono dal cuore di ognuno dei protagonisti.

Si elimina ogni contesto storicizzante per isolare le ragioni di ognuno e descrivere un gruppo di uomini travolti dalle invidie, contagiati dalla crudeltà e dal caos, intrisi di furore e tensione insopportabile».

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