È il 1980 quando Claudio Abbado offre una serata dedicata al Novecento in cui si ascolta «Erwartung» di Schönberg. Sul palcoscenico i disegni originali del compositore, mentre il soprano Janos Martin indossa un abito bianco smagliante, firmato da Giorgio Armani. È solo una delle tante collaborazioni del grande stilista, scomparso il 4 settembre scorso, con il Teatro alla Scala.
Il Piermarini non dimentica: dedica a Giorgio Armani l'inaugurazione della Stagione di Balletto 2025/2026, che si è aperta ieri con «La Bella addormentata». E aggiunge una mostra fotografica nel ridotto dei palchi che ripropone le creazioni di Re Giorgio per il tempio della lirica. Si potranno ammirare le immagini da oggi fino al 13 gennaio, periodo in cui è in scena il balletto. Giorgio Armani non cura solo star del canto come Lisette Oropesa, Marianne Crebassa, Kristine Opolais e Vittorio Grigolo, ma anche la nuova generazione di primi ballerini, spesso firmati Armani. Ecco la mostra e la dedica: «Omaggio a un creatore che ha contribuito a disegnare l'identità della Città di Milano e proiettarla nel mondo, ma anche testimonianza di una collaborazione che ha attraversato i decenni e che le immagini di questa mostra ci permettono di ripercorrere» spiegano dal teatro.
L'elenco delle incursioni di Armani sul palcoscenico della Scala è lungo. Nel 1994 Giuseppe Sinopoli dirige «Elektra» di Richard Strauss con la regia di Luca Ronconi e le scene di Gae Aulenti: per i personaggi di Oreste e del precettore, regista e costumista chiedono abiti sartoriali e contemporanei ad Armani. L'anno successivo, siamo nel 1995, Alfredo Arias e la costumista Françoise Tournafond lo vogliono per la produzione dei «Contes d'Hoffmann» di Offenbach, diretta da Riccardo Chailly: Armani veste il protagonista. Ma non c'è solo la scena, perché lo stilidta trasferisce il suo stile elegante ma sobrio, senza ostentazioni, anche nel foyer: sono numerosi gli spettatori di concerti e opere che scelgono di vestire Armani.
Il rapporto esiste ed è solido anche con l'ente. Quando il Teatro alla Scala si costituisce in Fondazione di diritto privato (siamo nel 1997), Armani ne è tra i primi mecenati e entrerà nel board come fondatore e sostenitore. Dal 2023, diviene anche membro onorario della «Teatro alla Scala Association of America».
Nel 2020, durante la pandemia, l'aiuto di Giorgio Armani arriva attraverso le sue creazioni. L'inaugurazione della stagione al Piermarini salta, ma il gala televisivo «...
a riveder le stelle» diretto da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore contribuisce a far sentire meno orfani i frequentatori della Scala e Armani è in prima fila a vestire gli interpreti. «Ben tornata!» recita un grande poster firmato Armani in via Broletto. È il 7 dicembre 2021 e la Scala può tornare viva.