Teheran testa i missili con raggio di 2mila km Usa: scudo necessario

Proseguono i lanci dei Pasdaran. Ieri i test sui missili a corto raggio. Oggi lanciate testate con gittata intorno ai 2mila chilometri: con gli Shahab 3 Teheran potrebbe colpire Gerusalemme, l'Europa e le basi americane. La Francia protesta

Teheran testa i  missili 
con raggio di 2mila km 
Usa: scudo necessario

Teheran - Non si ferma la sfida di Teheran all’Occidente. L’Iran ha compiuto test su missili a lungo raggio. Lo ha riferito la televisione locale, spiegando che l’esperimento segue quelli compiuti su due missili Shahab 1 e Shahab 2 a breve gittata. Teheran ha lanciato prima uno Shahab 3 e subito dopo un missile Sajjil a lungo raggio. Sia lo Shahab 3 che il Sajjil hanno una gittata di circa 1.200 miglia, pari a 2mila chilometri. I due missili, dunque, sono in grado di colpire Israele, le basi americane in Medio Oriente e una parte dell’Europa. I missili Shahab 1 e Shahab 2 hanno una gittata, rispettivamente, di 300 e 435 chilometri. I nuovi test rinforzano la decisione degli Stati Uniti di cambiare il focus dello scudo antimissile proprio sul tipo di vettori che Teheran sta adesso sviluppando.

Tensione L’annuncio arriva il giorno dopo quello in cui i Pasdaran hanno lanciato missili a corto raggio. Le esercitazioni delle Guardie Rivoluzionarie, che dovrebbero continuare per l’intera giornata, coincidono con il crescere della tensione con l’Occidente, dopo la scoperta che Teheran sta costruendo un secondo impianto per l’arricchimento dell’uranio.

Lancio in diretta tv La televisione ha mostrato le immagini del lancio, da un luogo imprecisato nel deserto. Quando il missile si è alzato nel cielo, lasciando dietro di sè una lunga scia di fumo bianco, grida di "Allah Akbar" si sono alzate dai militari presenti. Ieri, nell’ambito delle stesse manovre, erano stati testati missili a corto e a medio raggio. Lo scorso maggio l’Iran aveva detto di avere sperimentato con successo un altro vettore con una gittata di 2mila chilometri, il Sejil 2. Il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi, ha detto che le manovre in corso "sono di routine e non hanno nulla a che vedere" con le tensioni sul programma nucleare della Repubblica islamica. Il potenziale militare testato nell’esercitazione, ha aggiunto il portavoce, ha solo un fine "deterrente".

"Colpire chiunque" "Con i nostri missili possiamo prendere di mira ogni luogo della regione": lo ha detto oggi il comandante delle forze aeree dei Pasdaran iraniani, Hossein Salami, dopo manovre che hanno visto il lancio di due missili a lunga gittata potenzialmente in grado di raggiungere Israele. La risposta ad un eventuale attacco contro la Repubblica islamica sarà "distruttiva e tale da far pentire anche regimi incapaci e nel mezzo di una crisi" ha aggiunto Salami, citato dall’agenzia Fars, con riferimento ad Israele. Il ministro della Difesa, Ahmad Vahidi, ha inoltre inaugurato un impianto per la produzione di combustibile solido per rifornire i missili.

Stop francese La Francia ha chiesto all’Iran di sospendere "immediatamente le azioni

destabilizzanti": un altolà che arriva dopo la "due giorni" di esercitazioni militari, in cui l’aeronautica delle guardie della Rivoluzione ha fatto una serie di test missilistici con vettori a corta, media e lunga gittata.

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