Tela, carta e acciaio nell’antologica di Emilio Vedova

Con 50 lavori storici, tra quadri e sculture, s’inaugura oggi la mostra sul maestro veneziano

Luciana Baldrighi

A partire dalla personale realizzata nel 1989 alla Galleria Salvatore Ala di New York, è questa la quarta volta che le opere del maestro veneziano, Emilio Vedova, vengono esposte nell’omonimo spazio milanese.
Caroline e Salvatore Ala hanno affidato la cura della mostra che si inaugura oggi dalle 18 alle 21 in via Monte di Pietà 1 a Carlo Bertelli che ha selezionato una cinquantina di lavori storici tra sculture, opere su tela, carta e acciaio.
Particolare attenzione meritano le opere «Plurimo Binario», realizzato negli anni Settanta, tre «Tondi» degli anni Ottanta e una selezione di quadri a partire dagli anni Cinquanta fino agli anni Novanta, tra cui le opere del famoso ciclo «Continuum» che costituiscono il nucleo centrale della mostra.
Ci ha pensato la casa editrice Charta a documentare questa ventennale collaborazione tra Emilio Vedova e la Galleria Ala. Tra le esposizioni più belle quella del 1999 e del 2001, anche queste commentate con un testo critico da Carlo Bertelli, il quale è convinto che nonostante quanto si dice Vedova non ha mai smesso veramente di lavorare: «Sostengo persino che prosegue la sua protesta e la sua forza di profetizzare. La sua voce è rimasta tonante. Poichè è irrobustita da una coerenza cristallina. Poichè nulla del lungo percorso di Vedova è andato perduto senza la sua feroce rimessa in discussione delle premesse e del loro svolgimento. Non l’ha certo abbandonato il moralismo dualistico dell’opposizione di luce e tenebra. Però il suo è un moralismo barocco, è sempre pronto a situazioni nuove».
Il bianco e il nero nelle tele di questo straordinario e burbero artista non sono mai separati, ma spesso convergono e di dividono, si intrecciano e traspaiono.
In questo modo l’entusiamo di Vedova per Guardi e Piranesi non si è mai spento, le griglie geometriche del primo dopoguerra, il suo inserimento nell’importante corrente internazionale dell’«Action painting», unita all’esperienza del teatro e il contatto con la musica, convergono tutti in un risultato sorprendente, per non dire unico e inimitabile.
Sembra assurdo, ma quest’uomo del quale si è detto tutto e il contrario di tutto continua ancora a fare discutere e ad essere alla ribalta; un’avanguardia che non ha confini né tempi. Le sue opere e le sue parole sembrano ancora continuare a promettere novità. E se non ci saranno variazioni con molta probabilità oggi alle 18 l’autore sarà presente.


Nel frattempo è da due anni che a Venezia si è completata la sede della Fondazione a lui dedicata ma putroppo non è ancora aperta al pubblico.
La mostra alla Galleria Salvatore e Caroline sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19, dal martedì al sabato, fino al 25 febbraio. Il catalogo sarà disponibile dal 20 dicembre.

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