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Tennis: oggi inizia Wimbledon

Reto Schmidli, oggi 31enne, quando ne aveva 13 ha battuto Federer 6-0, 6-0. E' l'unico al mondo ad aver inflitto un risultato simile all'asso mondiale del tennis. L'ha intervistato il New York Times

Tennis: oggi inizia Wimbledon

In Svizzera nessuno ti regala niente. Figurarsi se chi lo dice è un poliziotto di quelli che ti stanano non appena vai a 51 all’ora sulle strade dei cantoni e che va pure in giro a dire - intervistato per giunta dal New York Times - di essere stato l’unico al mondo a battere Roger Federer 6-0, 6-0. Reto Schmidli oggi ha 31 anni e quando fece l’impresa ne aveva 13. Roger allora di anni ne aveva solo 10 ma giocava già nella categoria superiore: «Ai tempi non pensai ad essere carino con lui, forse ripensandoci almeno un game avrei dovuto darglielo». Facile dirlo adesso, mentre Federer si appresta a scendere in campo con l’obbiettivo di conquistare il suo settimo Wimbledon.

In pratica: oggi si aprono le Doherty Gates e il ritornello è sempre lo stesso, ovvero - appunto - che in Svizzera non ti regala niente nessuno. E Roger Federer non ha nessuna intenzione di regalare, anche perché se c’è una cosa che non ha mai imparato a fare è quella di perdere. Due anni fa gli successe sul campo centrale nella più epica finale di sempre con Rafa Nadal e ancora oggi, ha confessato senza imbarazzi, non ha voluto rivedere quella partita. «È davvero un cattivo perdente - racconta Madeleine Bärlocher, la sua prima coach all’Old Boys Tennis di Basilea -: quando gli capitava si metteva sotto la sedia dell’arbitro a piangere. E dopo un paio d’ore, mentre gli altri giocatori erano in club house a mangiarsi panini, lui era ancora lì a singhiozzare. Per questo, quando l’ho visto piangere dopo il suo primo successo a Wimbledon, mi è venuto da ridere. Piange sempre, solo che ora perde poco...». Già, e allora la domanda è: Federer può perdere?

Forse, perché negli ultimi tempi il Re del tennis ha dato segni di cedimento. E non solo sulla nemica terra battuta dove ha interrotto - per mano di Soderling a Parigi - l’incredibile striscia di 23 semifinali consecutive nei tornei dello Slam. Federer ha perso perfino sull’erba, in finale con Hewitt ad Halle, ovvero nel torneo che usa come preparazione a Wimbledon e che nell’albo d’oro non ha visto scritto il suo nome soltanto quando ha deciso di fare altro. Federer ha perso e non ha pianto: un segnale?

C’è chi dice infatti che la nascita delle sue due gemelle, avvenuta giusto un anno fa, ne abbia cambiato le abitudini. E dunque le prospettive. Nella ferrea programmazione del ménage Roger-Mirka-campo da tennis, sono entrati improvvisamente i pannolini di Charlene Riva e Myla Rose, il che - capirete - non è poco. E quindi perdere fa meno differenza e, dopo aver ridisegnato il tennis moderno, forse fa meno male.

Ecco perché i suoi avversari ci sperano: Nadal soprattutto (numero 1 della classifica ma 2 del tabellone e reduce da una minivacanza rigenerante nella natìa Manacor), ma pure Roddick, che l’anno scorso in finale si arrese al Re solo 16-14 al quinto set. E poi Djokovic e naturalmente Murray, l’Eletto dei britannici che aspettano il nuovo Fred Perry dall’anno di grazia 1936. E magari ci spera pure il colombiano Alejandro Falla, il primo avversario in predominatly white che come vuole la tradizione aprirà il campo centrale alle 14 (diretta Sky su sei canali dedicati) con il campione uscente.

Insomma: Wimbledon comincia e Federer è sempre il favorito, ma forse non come al solito. Anche se però il poliziotto Reto invita tutti a non fidarsi: «Se oggi beccassi Roger per eccesso di velocità mi spiacerebbe molto, perché pur essendo il mio idolo dovrei dargli la multa. Sapete, noi svizzeri non regaliamo niente a nessuno...

».

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