Lo sport corre in soccorso dei suoi eroi quando il nemico non è dall’altra parte della rete, ma scende dall’alto, implacabile. L’Atp Tour ha approvato una nuova regola per affrontare il caldo estremo nel tennis professionistico maschile: dalla stagione 2026, nei match al meglio dei tre set saranno previste pause di raffreddamento di 10 minuti.
Una svolta attesa, se si considera che il circuito femminile adotta misure simili dal 1992. Ma il cambiamento climatico ha accelerato i tempi, rendendo sempre più frequenti condizioni limite. L’Atp parla di un passo deciso per «rafforzare le tutele dei giocatori che competono in condizioni estreme».
Il dibattito si è acceso durante lo Shanghai Masters dello scorso ottobre. Jannik Sinner fu costretto a fermarsi per forti crampi; Novak Djokovic, dopo aver vomitato in campo, definì «brutali» le condizioni con umidità oltre l’80 per cento. Holger Rune andò oltre, chiedendo agli organizzatori: «Volete che un giocatore muoia in campo?».
La nuova norma si basa sull’indice WBGT, che misura lo stress termico combinando temperatura, umidità e irraggiamento solare. Oltre i 30,1 °C scatterà la possibilità di una pausa di 10 minuti; sopra i 32,2 °C il gioco potrà essere sospeso. Durante lo stop i giocatori potranno idratarsi, raffreddarsi, cambiarsi e ricevere assistenza medica.
Il tennis non è un’eccezione. L’atletica ha spostato maratone e marce in orari notturni, come a Doha 2019 con l’impresa di Eleonora Giorgi. Il nuoto ha anticipato le gare all’alba, come a Tokyo 2020 con il bronzo olimpico di Gregorio Paltrinieri.
Anche il calcio si è adeguato: ai Mondiali 2026 sarà introdotto l’hydration break in ogni partita.Segnali di uno sport che cambia, consapevole che oggi il vero avversario, spesso, è il clima. E che proteggere i campioni significa salvaguardare il futuro del gioco.