Scavano con le mani, incuranti del buio e del freddo, senza aspettare le squadre di soccorso. Non cè tempo. Loro si sono salvati, ma sotto la macerie ci sono ancora sopravvissuti, anche familiari, e mano a mano che passano le ore il numero dei morti continua ad aumentare.
Il terremoto di magnitudo 7.2 che ha colpito la regione orientale della Turchia ha provocato il crollo di decine di edifici soprattutto a Ercis, città di 750mila abitanti, nelle zone montagnose al confine con lIran, e in quella di Van. Non è ancora certo il bilancio delle vittime, ma secondo una prima stima potrebbero essere più di 1.000. Quelli che si sono miracolosamente salvati non hanno perso tempo e sono corsi in strada ad aiutare coloro rimasti intrappolati tra le macerie.
Altri sono impegnati a cercare i loro familiari di cui non hanno notizia, usando i cellulari, quei pochi che funzionano, per telefonare agli ospedali, agli amici, a chiunque abbia notizie. Si scava con le pale, ma anche con le mani, con laiuto delle torce elettriche perchè manca la corrente. Le immagini trasmesse dalle principali tv mostrano i civili impegnati febbrilmente negli aiuti con accanto i bulldozer e i soccorritori della Protezione Civile.
«Ho sentito tremare la terra, ho visto il palazzo di fronte casa mia crollare sotto i miei occhi - racconta uno dei sopravvissuti -. Mi sono precipitato in strada e ho cominciato a scavare con gli altri. Non potevo ignorare le urla». «I soccorritori della Protezione Civile sono sopraffatti, stiamo cercando di aiutarli come possiamo», ha detto un altro uomo in cerca dei suoi due nipoti e il padre intrappolati sotto le macerie. E secondo la tv di Stato turca Trt un gruppo di detenuti è scappato di prigione, quanti siano non si sa.
In base a quanto riferito dalla Croce Rossa, almeno 80 edifici sono crollati ad Ercis, tra cui un dormitorio per gli studenti e altri dieci a Van. Distrutte anche alcune autostrade, fatto questo che ha reso ancora più difficile larrivo dei soccorsi, riferisce la Cnn turca. «Ci sono molti morti. Troppi edifici crollati, troppa distruzione», racconta il sindaco di Ercis, Zulfikar Arapoglu, al canale NTV. «Abbiamo bisogno di aiuti immediati e anche di medici».
«Ci sono molte persone sotto i detriti», gli fa eco alla NTV Veysel Keser, il suo collega sindaco di Celebibag, nei pressi di Ercis,. «In molti stanno agonizzando e li sentiamo gridare. Abbiamo bisogno di aiuti immediati». Secondo il sindaco sono crollati decine di edifici, dormitori per gli studenti, hotel e stazioni di servizio. Ma il terremoto ha colpito anche alcune località remote della regione di cui al momento non si sa nulla. E il bilancio delle vittime potrebbe salire inesorabilmente.
La solidarietà però non basta. «Ho limpressione che i turchi non vogliano il nostro aiuto» dice il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak rivelando che Ankara ha rifiutato laiuto offerto dallo Stato ebraico. «Fino ad ora la loro risposta è negativa ma se ci ripensassero noi siamo pronti a darlo».
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