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Il terremoto al Nord ferma treni e telefoni

Reggio EmiliaDieci, interminabili secondi. La terra trema, panico nei palazzi, gente che esce di casa e si riversa lungo le scale. Anziani si sentono male, tremano lampade e divani, per strada cadono alcune moto. Erano le 16.25 di ieri, epicentro fra le province di Parma e Reggio Emilia, tra i comuni di Vetto d'Enza, Neviano degli Arduini, Traversetolo, Langhirano e Canossa. La scossa è di magnitudo 5.2 della scala Richter, ovvero appena 0.2 in meno rispetto a quella che nel 1996 provocò un migliaio di sfollati, con danni a chiese e abitazioni, una cinquantina di chilometri più in là, a Correggio, verso Modena. «È una zona a rischio sismico medio-basso, dove periodicamente si verificano terremoti di questa intensità», dice Enzo Boschi, presidente dell'Ingv.
Il sisma si è sviluppato a 25 chilometri sotto il suolo, anticipato dieci minuti prima da una scossa non avvertita dalla popolazione. Cadono calcinacci, si creano crepe in alcune chiese, è chiusa quella di Quattro Castella. In tutto il Nord Italia sarà ricordato come il terremoto di Natale: si è avvertito a Genova e nel Ponente Spezzino, in Toscana, a Venezia, ai piani alti di Trieste. A Vicenza era in corso il consiglio comunale, i lavori sono stati sospesi per alcuni minuti; a Bolzano soprammobili e lampadari sono sobbalzati. In provincia di Lecco centinaia le persone uscite in strada. Numerose le chiamate al 118 di Milano, con tante persone preoccupate, ma in nessuna città si segnalano feriti. Nel Bresciano la mente ritorna al novembre 2002, con i danni nella zona del lago d'Iseo. A Suzzara (Mantova), centinaia fuori da abitazioni, appartamenti e negozi. Subissati di telefonate i centralini del 118.
In via Roma a Langhirano, il paese del prosciutto, nel Parmense, è scoppiata una tubatura di metano sotto il manto d'asfalto, la strada è stata interrotta, decine di abitazioni sono rimaste per un po' al freddo, mentre qualche crepa è comparsa nella sede del municipio. A Mamiano è crollata una navata della chiesa, a Langhirano un vecchio casolare. Blackout telefonico di una decina di minuti in varie località di Parma e Reggio, dove si è registrata un'impennata del traffico. Sistemate fessurazioni e disconnessioni di tubature. A San Polo d'Enza qualche tegola è caduta da vecchi palazzi, a terra luminarie natalizie. La merce è finita giù dagli scaffali, la gente è uscita dagli esercizi commerciali, riversandosi in piazza Matteotti. Tanta paura nei bar, dove non si ricordavano scosse tanto violente. All'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia è caduto un po' di intonaco, qualche piastrella, il pavimento si è sollevato per un attimo nel reparto di neonatologia. Molti i cornicioni pericolanti fra Vetto e Quattro Castella.
Le Ferrovie hanno interrotto per venti minuti la circolazione lungo la linea Bologna-Verona, Bologna-Padova e Milano-Piacenza; per alcune ore ferma la Tav, per verifiche tecniche sui binari. Si sono accumulati ritardi fino a due ore. Anche per oggi c’è il rischio di scosse di assestamento: una lieve era stata avvertita alle 6.59, in provincia di Perugia, fra Trevi, Foligno e Sellano, ma non è da ricondurre a quella del pomeriggio.

Ieri sera il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso è partito per Parma assieme a un team di esperti del dipartimento per un incontro in prefettura.

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