Gaetano Ravanà
PalermoScene da «Titanic», all'alba di ieri, a bordo della motonave Tirrenia «Florio», in navigazione tra Napoli e Palermo, per un incendio. Le fiamme si sono sviluppate nel garage, quando il traghetto si trovava ad una ventina di miglia da Palermo. A bordo c'erano almeno 520 passeggeri - tra cui 65 bambini e una intera scolaresca: sono stati tutti evacuati con le scialuppe di salvataggio e poi trasbordati sul traghetto Sardegna della Snav, in servizio sempre sulla rotta Palermo-Napoli, che è stato prontamente dirottato nella zona dellincidente. A bordo della Florio 35 uomini d'equipaggio che hanno collaborato con i vigili del fuoco nelle operazioni di spegnimento dell'incendio.
Il «Florio» era salpato giovedì sera da Napoli diretto a Palermo e ieri mattina poco prima delle 6 ha lanciato l'sos. La zona è stata subito raggiunta da 5 motovedette della Guardia costiera, salpate da Palermo e da Ustica, e da un'unità speciale dei Vigili del fuoco. Sono 40 le persone che sono dovute ricorrere alle cure dei sanitari dei vari ospedali del capoluogo siciliano. Ma il numero è destinato a crescere perché altri inservienti del mezzo navale accusano problemi di respirazione. Gli intossicati sarebbero una cinquantina e alcuni di loro hanno trascorso la notte al Civico di Palermo sottoposti a trattamento nella camera iperbarica. Due bimbi sono stati ricoverati al Di Cristina e sono stati sistemati, per motivi precauzionali, in rianimazione.
«Alla fine è stato tragico ma anche avventuroso», racconta con lingenuità dei suoi 10 anni Anna Chiara, una dei 65 bambini della scolaresca proveniente dall'istituto Santa Chiara di Avellino. Momenti di panico anche per l'equipaggio, subito intervenuto nel tentativo di spegnere il rogo. I segni sono tutti sulla maglietta sporca di cenere di Vincenzo Ferretti, 44 anni, dello staff alberghiero della Tirrenia. «Appena divampate le fiamme - spiega - abbiamo cercato di spegnerle.
La procura ha aperto uninchiesta per incendio colposo. Già nel 2004 sulla stessa nave era divampato un rogo. E anche allora con lo stesso comandante al timone.
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