Terrorismo, islamici assolti per un cavillo Il giudice: «Espellerli? Non mi riguarda»

da Milano

«Noi sappiamo solo che non c’erano prove per condannare, noi giudici valutiamo quello che ci portano l’accusa e la difesa», spiega il presidente della corte d’assise Luigi Cerqua. Il suo processo contro tre marocchini, uno ex imam a Varese, sospettati di essere terroristi islamici finisce con un «assoluzione per non aver commesso il fatto». Così aveva chiesto anche la pubblica accusa dando il via nei giorni scorsi a una requisitoria molto polemica. Il pm Elio Ramondini aveva chiesto l’assoluzione «non perchè io non sia convinto della responsabilità degli imputati, ma perchè sono stato impossibilitato a provarla dalla revoca delle rogatorie internazionali decisa dai giudici». Una polemica alla quale ha risposto ieri il giudice Cerqua: «I presunti terroristi hanno gli stessi diritti di altri imputati, il processo deve avere una ragionevole durata e io non potevo insieme alla Corte rinviare il dibattimento sine die in attesa di risposte a rogatorie internazionali che era impossibile sapere quando sarebbero arrivate». Assoluzione dunque anche se ieri Mohamed Raouiane non gioiva per la sentenza. «Sono terrorizzato perchè so che mi rimanderanno in Marocco» dice mentre gli altri due imputati Abdel Majid Zergout e Abdelillah El Keflaoui rischiano l’espulsione «perchè soggetti pericolosi». Raouiane deve scontare dieci anni di carcere in Marocco perchè condannato nel suo Paese per l’attentato di Casablanca nel 1993. Il giudice su un’eventuale estradizione non parla: «Non è una riflessione che posso fare adesso- dice - in questo momento, qui e con la toga addosso, le espulsioni riguardano altre autorità, io faccio il giudice e basta».«Io spero che queste espulsioni non ci siano - è il commento invece del loro legale, Luca Bauccio - perchè avverrebbero sulla base di una legge barbara che in pratica non consente un ricorso dal momento che l’autorità politica può congelare l’iter per due anni. È una norma da dittatura e non da paese democratico.

I miei assistiti l’hanno detto in aula: meglio in carcere in Italia anche da innocenti che mandati in Marocco formalmente liberi ma in concreto consegnati alla tortura». L’estradizione che in base al decreto Pisanu potrebbe avvenire su provvedimento del ministro dell’Interno è stata chiesta dal parlamentare di An, Alfredo Mantovano.

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