da Roma
E di quellonorevole che ha contribuito con soli 20 euro - avete letto bene: venti euro - che vogliamo dire, che basta il pensiero, comunque meglio di niente? A mala pena un fiore da portar sulla tomba, e nemmeno tutte, delle vittime della Tyssen Krupp, ma così van le cose in Parlamento, «specchio reale del Paese» come suol dirsi, nonostante le belle parole sulla solidarietà, la pietas e lobbligo cristiano di consolare orfani e vedove.
Tirati erano e tirati restano, i rappresentanti della nazione: la colletta organizzata a Montecitorio per le famiglie dei morti nelle fiamme della fonderia torinese, non dà esiti esemplari. Anzi, diciamo che son miserabili. Ricordate quanto avevano offerto i deputati alla data dellEpifania? Una media di 9 euro a testa. Con le sferzate del giornale e sotto minaccia di veder pubblicati i nomi e le cifre versate, serano impegnati tutti a devolvere il corrispettivo di una diaria, 500 euro, o come minimo la metà. Son passate tre settimane dalla ripresa dei lavori parlamentari, e la media sè fermata a 45 euro e mezzo.
Che dire? La maggior parte dei deputati sera giustificata col troppo lavoro nellimminenza delle feste, il vortice dello shopping natalizio, la difficoltà di trovare lufficio giusto e i funzionari appropriati per versare. «Appena si torna a Roma provvederemo», avevano promesso vedendo i titoli «deputati tirchi, 9 euro alle vittime Thyssen», e scongiuravano gli organizzatori della colletta perché rinviassero la pubblicazione dellelenco. Ma la prima settimana del nuovo anno, forse per il lavoro da recuperare, è trascorsa invano. Scarsa anche la seconda, probabilmente il terremoto della crisi ha monopolizzato i pensieri. Ora sè consumata anche la terza settimana, e forse son tornati tutti a casa per via delle consultazioni. Tantè che ieri il totale raccolto tra i deputati per le vittime della Thyssen Krupp assommava a 28.670 euro. La maggior parte del contributo è venuto da 5 gruppi parlamentari, cioè dalla dotazione del bilancio di Montecitorio, ed è legittimo interrogarsi se e quanto ogni gruppo pretenderà che i suoi onorevoli reintegrino di tasca propria. Tantè che soltanto 46 deputati su 630, hanno contribuito direttamente e personalmente.
Eppure gli organizzatori della sottoscrizione, il verde Roberto Poletti e il forzista Maurizio Bernardo, il 23 gennaio hanno indirizzato una seconda lettera a tutti i loro colleghi, incitandoli a non «lasciare inerti» le loro coscienze. «Abbiamo dovuto riscontrare una scarsissima adesione alla nostra iniziativa, come sottolineato, purtroppo, anche da diversi organi di stampa», lamentavano pur scusandoli: forse cera stato «un equivoco sia sulle modalità di adesione che nella tempistica, troppo a ridosso del Natale». Dunque ecco nuovamente gli uffici e i telefoni interni ai quali rivolgersi, «vi invitiamo ad essere molto generosi» era scritto in neretto, avvertendo che «la sottoscrizione si chiuderà definitivamente il 15 febbraio». Siamo già a febbraio, e il risultato è ancora deludente. Bernardo è sconsolato: «Tutti i gruppi avevano preso limpegno di far versare da ognuno almeno mezza diaria», cioè 250 euro. Poletti è duro: «Aspetto il 15 febbraio, poi rendo pubblici i nomi e le cifre».
Non è da escludere però, che alcuni parlamentari abbiano già dato il loro sostegno alle famiglie delle vittime della Thyssen Krupp per altri canali, dunque mancherebbero allappello della raccolta di Montecitorio con piena giustificazione.
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