È una questione di dettagli. Dettagli fuori posto. Dettagli che fanno saltare il cuore in gola. C’è il professore di Castiglione, provincia di Torino, che ha sposato la vigilessa del paese. È un po’ che la vede strana, decide di spiarle il cellulare, anche se non si fa, e capisce perché. Il giorno dopo aspetta l’altro a cento metri dal cantiere dove lavora, accucciato dietro un muretto, con un fucile di precisione in mano come i cecchini di Sarajevo. C’è la studentessa di Rovigo che ovunque decide di andare, ma guarda te la coincidenza, ci trova l’ex fidanzato: a mangiare la pizza con gli amici, allo shopping con la sorella a quell’appuntamento improvviso combinato all’ultimo minuto. Gliel’aveva lasciato lui il telefonino, come regalo d’addio, ma solo perché nascondeva un software che gli permetteva di ascoltare tutte le sue telefonate, di leggere tutti i suoi sms, di sapere tutto della sua vita. E c’è il cantante di tendenza, tanto per non fare nomi Biagio Antonacci, che ha un telefonino segreto, segreto soprattutto alla moglie, e una fan in cerca di avventure che gli scrive decine di volte al giorno, messaggi sempre meno allusivi, fino alla telefonata fatale, quella che rivela che la fan in realtà è la moglie sotto mentite spoglie e che si cercasse un avvocato perché tra loro due era finita.
Finisce sempre così. Per colpa di donne dalla doppia natura e uomini dal triplo cellulare. Di conversazioni segrete tutte giocate nell’area fluida dell’attesa e del rinvio. Una coppia su quattro in Francia si spacca per colpa di un messaggino. E da quando l'estate scorsa un sms vale come prova nelle cause di divorzio sempre lo stesso coniuge su quattro ammette di ficcare il naso non invitato nella corrispondenza telematica della moglie o della fidanzata. La nuova frontiera del sospetto è fatta di quattro cifre, quelle del codice Pin del cellulare del partner, più di sei francesi su dieci confessano di conoscerlo a memoria, meglio addirittura del proprio. Se i telefonini sono una cassaforte senza fine di informazioni riservate, è soprattutto l’idea, il sentimento, la percezione che le donne francesi hanno degli sms, secondo l’ultimo inesorabile sondaggio, a contribuire alla loro crescente influenza su quel che sarà del destino della coppia. Sbirciare negli sms altrui è sconveniente ma irresistibile. E per più di una francese su due, il semplice scambio di messaggini bollenti è di per sé tradimento. Una porta socchiusa su quello che può accadere dopo, senza nessuna fretta che accada. Inaccettabile.
Per il cellulare vale quello che le donne dicono del computer: è maschio perché per avere le loro attenzioni li devi accendere, perché posseggono un sacco di dati ma scollegati tra loro e perché appena ne possiedi uno ti rendi conto che se solo avessi aspettato un poco avresti ottenuto un modello migliore. O è femmina come dicono gli uomini: perché nessun altro, eccetto il creatore, capisce la loro logica interna e perché appena riesci a possedere uno, ti trovi a spendere una fortuna in accessori, per farlo funzionare a dovere.
Sms, ma anche social network, Facebook, Twitter. Una ricerca canadese spiega che il tempo che passi a scrutare accigliato le conversazione telematiche della tua lei moltiplica gelosie e sospetti come i pani con i pesci. E che chi rovista fra i messaggi del coniuge finisce per trovare più di quanto si aspetti. Perché la libido è qualcosa di mobile, variegato e umorale e la bugia in fondo ha sempre una sua perversione di fondo. Se rovisti te la cerchi, se la scopri sei fregato.
Da non sottovalutare poi, ci insegnano sempre i francesi, l'imbarazzante fenomeno degli sms che il traditore travolto dal trambusto ormonale invia al destinatario sbagliato, quasi sempre la moglie o il marito: uno su cinque non segue la strada del cuore ma quella, piena di incognite, del numero di cellulare diverso da quello dell’amata. Erano anni, tesoro, che non eri così affettuoso con me, poi si sa come vanno certe cose. Françoise Bacon per esempio, che il tribunale ha condannato a tre anni, si è limitata semplicemente ad accoltellare la rivale.
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