Il tifoso aquilotto che studia da fantino

Non ha vinto, ma ha partecipato. E questo sarebbe già un bel traguardo, se uno desse retta al semplice spirito decoubertiniano delle manifestazioni sportive. Ma, come si dice in gergo giornalistico, uno che non vince rappresenta una «non notizia». Però, se poi aggiungiamo al fatto che ogni partecipante dell’Assisi Endurance Lifestyle 2007 è stato poi nominato «ambasciatore di pace nel mondo», la cosa cambia aspetto. Così scopriamo quasi come d’incanto che la presenza del neanche diciottenne Cosimo Bunicelli (è nato il 18 novembre del 1989) ai nastri di presenza della sontuosa manifestazione assisana stavolta rappresenta qualcosa in più della mera conquista di un traguardo da raggiungere prima degli altri. E poco importa se al terzo dei cinque controlli è stato stoppato dai veterinari, che hanno riscontrato un problema metabolico sull’animale, perché l’esperienza vissuta oltre che servire da «curriculum» aiuterà il «nostro» a migliorare le prestazioni in sella. Cosimo, spezzino di Sarzana, ha cominciato ad andare a cavallo sei anni fa e si è appassionato all’endurance (che, per la cronaca, è una maratona che varia le distanze fra i 90 e i 160 chilometri) quando di anni ne aveva 14. Siamo schietti: dietro il suo montare a cavallo in tenera età si nasconde l’innata passione dei genitori per l’equitazione («da sempre al mio fianco») e capacità antistress senza eguali: «Sì, fatica l’animale - spiega Bunicelli - ma anche il cavaliere ci mette del suo; tensione e acido lattico vanno a mille».
Va comunque aggiunto che il quasi diciottenne cavallerizzo ligure ha già accumulato una buona dose d’esperienza fra campionati italiani e manifestazioni all’estero e che non era certo sbarcato ad Assisi per sbaragliare tutti. Perché ai nastri di partenza c’erano fra gli altri un campione del mondo della specialità (Gianluca Laliscia) e uno sceicco «Col quale ho corso, affiancato, per alcuni chilometri!», sottolinea con orgoglio Cosimo. E non gli si chiedeva certo di sfiancare Ebron, il suo purosangue. «Per me è stata un’esperienza indimenticabile: giornate intense e momenti da ricordare per sempre, da quello della partenza a quello della serata di gala, tutto farà parte del mio album dei ricordi». Di Bunicelli si vocifera che abbia stoffa, ma anche tanta strada davanti e molteplici impegni da seguire, non ultimo lo studio («frequento il liceo artistico»). In compenso abbiamo riscontrato in lui una maturità quasi introvabile nei coetanei e la consapevolezza di sapere che se monta in sella e parte, c’è sempre un grazie da dire ai genitori, al veterinario e al maniscalco che lo seguono ovunque. Sì, Cosimo è un bravo ragazzo.

Anche se quando ci ha confessato che segue poco il calcio («tifo Spezia, ma non vado allo stadio») ci è cominciato a frullare nella testa di aver realizzato un’intervista impossibile. In Italia non seguire il calcio può diventare un delitto.

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