da Roma
Michele Tiraboschi, che idea si è fatto delle modifiche al Protocollo?
«Se dovessimo prendere tutto sul serio, senza limitarci alle norme precettive sui contratti a termine e il part time, le deleghe toccano tutti gli aspetti fondamentali della Legge Biagi, cosa che peraltro non era prevista nel Protocollo, che lasciava le decisioni più importanti al confronto con le parti sociali. È la conferma che non cè stata concertazione».
Quali sono le parti della Biagi che sono più a rischio?
«La revisione dellapprendistato, i contratti di inserimento che già oggi fanno fatica a funzionare, figuriamoci se gli si carica addosso questa incertezza».
Quindi leffetto concreto sarà quello di limitarne ulteriormente lutilizzo?
«Gli operatori faranno ancora più fatica a predere decisioni. E prima di assumere donne, disabili e over 50 con il contratto di inserimento, resteranno alla finestra per vedere cosa succede. Con queste norme, penso a quelle che limitano il part time e lapprendistato, non si danno risposte a problemi come lalto tasso di disoccupazione giovanile o il basso tasso di occupazione femminile».
Pensa che si peggiori la situazione di chi non riesce a entrare nel mondo del lavoro?
«Certo. Sono stato recentemente in Puglia dove solo il 27 per cento delle donne ha un lavoro regolare. Stessa situazione in Calabria, Sicilia e Basilicata. Abbiamo un mercato che esclude molte persone e per farle entrare non serve un ulteriore irrigidimento normativo».
Pensa che non funzioneranno nemmeno le norme per stabilizzare chi oggi ha un lavoro precario?
«Pensiamo sempre al Sud e al lavoro a chiamata. Se vogliamo rilanciare il Mezzogiorno con il turismo, non si può fare finta di non sapere che questo settore vive di stagionalità e intermittenza. E succede lo stesso per lo sport o lo spettacolo. Chi assumerebbe mai lo steward di uno stadio a tempo indeterminato e a tempo pieno quando lavora solo la domenica? E un addetto al palco dei concerti? Questo governo sembra non conoscere le forme di lavoro tipiche dei servizi e del terziario. Pensa che tutto sia come la grande fabbrica, con il risultato che tutte le altre forme di lavoro torneranno nel sommerso».
I limiti sui contratti a termine, spuntati nel disegno di legge, li considera un rischio?
«Diciamo che non sono così drammatici. Anche perché 36 mesi sono tanti. Anzi, chi ha contratti stagionali che di solito durano due o tre mesi, può teoricamente arrivare anche a dieci anni di rinnovi. Semmai i rischi sono nei servizi per limpiego. Qui cè una visione pubblicista dellincontro tra domanda e offerta di lavoro e una volontà di comprimere gli operatori privati».
Ci vede un po di nostalgia per i vecchi uffici di collocamento?
«Per la centralità del pubblico. Anche nella gestione degli ammortizzatori sociali che viene affidata a soggetti di questo genere. Soggetti che in passato hanno già dimostrato di non funzionare. Dal pacchetto Treu alla Legge Biagi su questi temi cera stato un cammino bipartisan che aveva portato alla creazione della Borsa per il lavoro. Uno strumento che il governo avrebbe dovuto mandare a regime e che invece ora sarà cambiato. La Borsa, tra laltro, ce la chiede lUnione europea, che ci accusa di essere lunico paese a non avere uninfrastruttura informatica per lincontro tra domanda e offerta di lavoro. Sul sito del ministero del Lavoro i moduli per chi cerca lavoro sono più complessi di un esame universitario. In compenso nel nostro paese pullulano i siti illegali per la ricerca di lavoro».
Ha parlato di ulteriori ritardi nellattuazione di strumenti come lapprendistato. Lei è un esperto di diritto del lavoro particolarmente attento alleffetto concreto delle norme. Se il governo dovesse introdurre modifiche, quando pensa che potrebbero diventare efficaci?
«Se pensiamo che lapprendistato fu modificato con il Pacchetto Treu e che la Biagi raccolse alcune deleghe.
Qualche aspetto positivo nel disegno di legge?
«È apprezzabile la parte in cui si dice che ci saranno dei monitoraggi del mercato del lavoro».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.