Tocca a noi prenderci cura dei medici

Adesso sono tutti concordi nel dire che bisogna cambiare, nel condannare, nel fustigare. Medici, professori, assessori, presidente di Regione. Ma la gente comune, quella che tutti i giorni si rivolge al dottore con sempre minor fiducia, non ha avuto bisogno che si scoperchiassero le malefatte della clinica degli orrori per capire che i medici di oggi non sono più quelli di una volta. Quello che potevi chiamare in piena notte perché eri terrorizzato dalla temperatura di tuo figlio, quello che se avevi 39 di febbre veniva a visitarti a casa, quello, comunque, che ti riusciva a rassicurare, a dare tranquillità per un motivo semplicissimo, quasi banale: non dava l'impressione di considerarti semplicemente e solamente un numero, un tesserino della Asl. No, quel medico scomparso ti considerava un essere umano da tranquillizzare se eri sano, da curare se eri malato.
Adesso quello della sanità è diventato uno dei business più colossali che ci siano, un business in cui chi ha soldi da investire si butta a capofitto perché il guadagno è certo, sicuro.

Ma se così stanno le cose, e le cose stanno così, se nell'ambiente della sanità milanese nessuno si è meravigliato più di tanto di quanto è emerso sulla clinica degli orrori, e purtroppo è così, vuol dire non solo che ci sono in giro dei medici farabutti ma anche che qualcosa non funziona nel sistema. Come giustamente ha scritto il vicedirettore del Giornale le responsabilità sono dei singoli medici, e se ne stanno (...)

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