Le toghe avvertono Prodi: pronti allo sciopero

Anna Maria Greco

da Roma

L’Anm apre una «vertenza per la giustizia» con il governo, chiedendo «un’inversione di rotta». E torna a manifestarsi lo spettro dello sciopero, che sembrava più lontano dopo il ridimensionamento dei tagli della finanziaria sugli stipendi dei magistrati. Deluse per le promesse mancate dell’Unione, insoddisfatte per gli interventi sbagliati dell’esecutivo, le toghe approvano una mozione che chiede l’immediata apertura di un tavolo di trattativa con il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, su: riforma dell'ordinamento giudiziario, funzionamento del processo, risorse, trattamento economico.
Quella che si svolge nel Palazzaccio di piazza Cavour con 200 delegati di tutt’Italia è un'assemblea straordinaria, come non si vedeva da anni. L’ha chiesta un gruppo di magistrati «autoconvocati», soprattutto del napoletano, che invoca scioperi articolati e prolungati contro le misure retributive che penalizzano la categoria (i tagli nella manovra sono passati dal 50 al 30 per cento degli aumenti e scatti e limitati a 2 anni). Questa base dell’Anm mette sotto accusa i vertici, accusandoli di essere troppo tiepidi sulla questione stipendi e troppo concilianti con l’esecutivo di centrosinistra, per motivi ideologici. È una minoranza, perchè non passa il suo documento che vuole ottenere una trattativa separata sulle retribuzioni. Ma ciò vuol dire solo che il malcontento delle toghe, da tempo in stato di agitazione, si poggia su una ben più ampia piattaforma.
«Dobbiamo avvertire che facciamo sul serio - dice il segretario dell’Anm, Nello Rossi(Magistratura democratica)- e che per ottenere risultati non arretreremo anche di fronte allo sciopero. Sono inadeguati i nostri strumenti di lavoro, siamo spesso privi di risorse e mezzi, siamo incerti dello statuto della magistratura e sull'ordinamento giudiziario abbiamo ragioni profonde di insoddisfazione, soprattutto i più giovani hanno retribuzioni inadeguate, che per tutti i magistrati sono inferiori a quelle dei colleghi amministrativi». Gioacchino Natoli (Movimento per la giustizia), vicesegretario dell’associazione , attacca il governo: «Ha un atteggiamento deludente. Più che pensare a rimedi utili ha messo in campo interventi peggiorativi come l' indulto, la mancata abrogazione delle leggi-vergogna, le insoddisfacenti norme sull'ordinamento giudiziario, i tagli alle risorse. Tutto ciò, in contrasto con il programma dell'Unione». Agguerrita sulla questione dell’adeguamento degli stipendi con quelli delle toghe amministrative è Magistratura indipendente. «Dobbiamo capire se la classe politica vuole porre al centro la questione giustizia - dice Antonietta Fiorillo -. Perché questo Paese pretende che la giustizia funzioni a costo zero? Alla politica noi dobbiamo chiedere mezzi e risorse per esercitare la nostra funzione».
Il presidente del «sindacato» delle toghe, Giuseppe Gennaro, respinge le critiche ai vertici di essere troppo «distratti» sulla questione economica. «È una questione che si riflette sull'esercizio autonomo e indipendente della funzione giudiziaria, ma vogliamo una linea di rivendicazione complessiva».

Mentre Armando Spataro (Movimento) considera «offensive» per l'Anm, le accuse di avere un atteggiamento più morbido per il diverso colore politico del governo. «L'unica preoccupazione dell'Anm è la difesa delle prerogative costituzionali dei magistrati».

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