Tonino-Concita, i giustizialisti che tifano per l’imputato De Luca

RomaGuido Bertolaso? «Un superman», uno che ha «un’alta considerazione di se stesso». Ma soprattutto responsabile, oggettivamente, in quanto guida della Protezione civile con poteri extra. Sarà la concorrenza del Fatto di Marco Travaglio, che si è pure beccato una canzone di Cristicchi a Sanremo, ma Concita De Gregorio all’ultima puntata di Ballarò ha dato il meglio. Ormai è un personaggio fisso delle trasmissioni di Giovanni Floris, tanto che - riportava ieri Dagospia - ambienti bersaniani si lamentano dell’eccesso di presenze della direttrice dell’Unità, considerata veltroniana.
Il ragionamento della De Gregorio sugli ultimi fatti è di quelli classici della sinistra italiana, l’approdo è invece «neo giustizialista». Si dice che si vuole fare salva la struttura - in questo caso la Protezione civile e «le migliaia di volontari che ci lavorano» - e si riduce il nemico a un singolo. La vittima di questa strategia che limita i danni e picchia duro sul nemico di turno, questa volta non era di quelle facili. Così inizia il ragionamento della direttrice dell’Unità: «Se il governo del fare alimenta il malaffare io mi preoccupo». E chi è che fa? Bertolaso. «Paragonabile a un supereroe, tipo Spiderman». Anzi l’Uomo Ragno no perché è un supereroe tormentato e insicuro. Poi l’ironia. «C’è da sperare che Bertolaso non sia secondo a nessuno, nemmeno al Papa. Perché solo la sua beatitudine e integrità morale assoluta, ci può garantire». Perché «intorno al sistema» di Bertolaso «corrono tanti interessi privati e tanti soldi pubblici».
A questo punto il giornalismo giustizialista doc se la sarebbe cavata tirando fuori qualche carta di un Pm; la De Gregorio invece ha puntato sulla responsabilità oggettiva, che è una diretta conseguenza del fatto che Bertolaso cerca di agire. E in fretta. «Se vai tanto veloce non vedi quello che accade attorno, hai oneri, ma anche onori. La velocità impedisce di controllare». Sottinteso, ha sbagliato a scegliere i collaboratori e la colpa di questi deve ricadere su Bertolaso. «Quando il mio giornale pubblica una notizia falsa sono ugualmente responsabile» rispetto a chi la scrive «e sono responsabile oggettivamente. E questo deve valere anche per lei», ha aggiunto la giornalista rivolgendosi a Bertolaso.
La De Gregorio preferisce non commentare le rivelazioni del Giornale sulle richieste che il Pd fece a Bertolaso. In campagna elettorale meglio evitare contraddizioni. Come quella nella quale è incappato Antonio Di Pietro ieri, commentando l’allarme corruzione della Corte dei conti.

Ha chiesto di «creare una norma che imponga a tutti i condannati di non essere candidati, a tutti i rinviati a giudizio di non poter svolgere incarichi di governo e a tutti gli imprenditori che si sono macchiati di reati di corruzione contro la pubblica amministrazione di non poter concorrere alle gare per appalti, forniture e opere nella pubblica amministrazione». Peccato che l’Italia dei Valori appoggi, per il governo della Campania, proprio Vincenzo De Luca, che è stato rinviato a giudizio. Un candidato sostenuto, «senza se e senza ma», pure dalla direttrice De Gregorio.

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