Cultura e Spettacoli

Le top model? Ormai non contano più nulla

Il New York Times lancia l’allarme: le modelle non fanno più vendere le riviste perché non hanno il fascino di Naomi & co. Così in copertina finiscono le attrici, più conosciute dal pubblico. Anna Wintour: "Le ragazze di oggi non sono vere star"

Le top model? Ormai non contano più nulla

Non interessano più. Non sono più quei corpi da favola, quei volti misteriosi, quelle vite uscite da chissà dove, per sfilare in passerella, perfette. Quei corpi avevano un nome: Naomi, Linda, Cindy, Claudia. Oggi sì, ce l’hanno, ma chi se lo ricorda. Oggi le top model non esistono più. Lo dice il mondo della moda, lo dicono le copertine delle riviste patinate, che escludono le mannequin e puntano sulle star di Hollywood. Lo ammette Anna Wintour, il diavolo veste Prada, che le stelline delle passerelle non fanno vendere abbastanza, quindi su Vogue meglio un’attrice, magari neanche giovanissima, tanto c’è il ritocco magico del computer.

Il potere è lì, non fra quei corpi che, ormai, sono solo corpi. Senza fascino, senza l’allure di un’epoca ormai tramontata: quella delle supermodelle, cioè non semplici modelle, ma «super», donne che, anche giù dalla passerella, erano un mito. Lo sono anche ora, in effetti: Naomi è sempre Naomi, Cindy Crawford ed Elle MacPherson mettono ancora in mostra i loro corpi perfetti. Adesso ci sono modelle e basta: Bar Refaeli, l’israeliana famosa per il fidanzamento con Leonardo Di Caprio, Maria Carla Boscono musa di tanti stilisti, le curve di Adriana Lima in prestito alla lingerie di Victoria’s secrets, e poi una schiera di russe, ucraine, ceche, tutte col Dna dell’Est Europa cioè bionde e filiformi, come le capofila Natalia Vodianova e Carolina Kurkova. Tutte bellissime, volti pure riconoscibili da tante pubblicità, ma chi si ricorda davvero i nomi? Se l’è chiesto anche Suzy Menkes sul New York Times, a lei Anna Wintour ha risposto che «l’interesse pubblico» per le modelle negli ultimi anni non è certo paragonabile a quello degli anni Novanta, «quando Naomi Campbell e Linda Evangelista creavano tanta eccitazione». Perciò dalle copertine latitano, perciò la signora della moda ha preferito dare a Vogue il volto di Michelle Obama. E le bionde filiformi, pazienza. «Finché le modelle non ridiventeranno delle celebrità, non credo potranno vendere bene come le attrici», è il pronostico della Wintour.

Ecco l’inglese Kate Winslet che dal Titanic è il volto di un profumo, Scarlett Johansson con le sue labbra carnose non poteva che pubblicizzare un trucco di marca, Cate Blanchett una crema per pelli perfette come la sua. Le modelle non sono più «top» perché non sono star, non fanno una vita da Hollywood, eccessi, gossip, lussi, liti, passioni. Magari vogliono soltanto lavorare, ma in un certo mondo forse non è abbastanza. Poi ci sono le eccezioni: la brasiliana Gisele Bündchen e la «maledetta» Kate Moss, cioè amanti famosi, tormenti, occasioni mondane, stile inconfondibile. Una vita che le altre, se non sono «top», se la scordano. E se non la vogliono, niente copertine: «Sono tempi difficili per le modelle» ha sentenziato Marc Jacobs, sponsor di una mostra sulla moda appena inaugurata al Metropolitan di New York.

Una galleria di icone che, ormai, ha quasi il sapore di un addio.

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