«Da piccolo ero un grande fan della serie TV The Man from U.N.C.L.E. e ho trasmesso il mio amore per lo spionaggio anche ai miei cinque figli». Quasi inevitabile che, con una simile passione per la spy story, John Lasseter, il moderno Walt Disney come è stato ribattezzato, decidesse di ambientare una sua storia animata colorandola con la suspence di un film di 007. Che la scelta poi sia ricaduta sul secondo Cars, da oggi nelle sale con più di 900 copie, non è casuale se si pensa all’opportunità di sfruttare ulteriormente un filone che ha dato grandi soddisfazioni, non solo al botteghino (oltre 450 milioni di dollari), ma anche in termini di marketing e prodotti collaterali; che sono poi quelli che orientano, sempre di più, le scelte artistiche delle case di produzione. Del resto, già nel 2006, durante il primo episodio del cartone con protagoniste le macchine, Lasseter, grande appassionato di auto, aveva immaginato un primo appuntamento, tra il protagonista Saetta McQueen e Sally la Porsche, in un drive-in dove trasmettevano un film di spionaggio. Da questa scena, poi tagliata, è nato il plot di un sequel che miscela intrighi internazionali, amicizia e, ca va sans dire, gare di corsa.
Un ricco magnate decide di lanciare sul mercato un carburante ecologico, non inquinante. Per dimostrare quanto sia affidabile, organizza un Gran Premio Mondiale, in tre tappe, per proclamare l’auto più veloce del pianeta; tutte gareggeranno alimentate con il nuovo ritrovato. Nel frattempo, due agenti speciali, Finn McMissile e Holly Shiftwell, stanno indagando su un complotto internazionale che si nasconderebbe dietro il campionato; non a caso, molte macchine vengono misteriosamente boicottate, durante le gare, per dimostrare la pericolosità della benzina ecologica. Suo malgrado, nelle indagini di spionaggio viene coinvolto, involontariamente, Cricchetto, l’amico di Saetta McQueen con il quale è in rotta. Il bolide numero 95, reduce dalla vittoria in quattro Piston Cups, addebita, infatti, al vecchio ed arrugginito Carro Attrezzi la sconfitta nella prima gara del Gran Premio Mondiale, a Tokyo, patita contro l’italiano Francesco Bernoulli. Tra inseguimenti, russi cattivi (non se ne può più di questi stereotipi), pentimenti, malintesi, il mistero sarà risolto e la pace tornerà tra i due compagni d’avventura.
L’impatto visivo è notevole, un vero gioiellino; così come da applausi è il character design. Le ambientazioni internazionali dove si dipana la trama rappresentano il punto di forza del film: Londra, Tokyo, Parigi, la finta città marittima di Porto Corsa, in Italia, regalano chicche e cura dei dettagli. Ciò detto, rispetto al predecessore, questo film risulta meno riuscito e coinvolgente, a partire dalle gare automobilistiche, punto di forza del primo Cars, che qui appaiono decisamente poco interessanti. La storia, poi, strizza certamente l’occhio ai bambini più piccoli, come è giusto che sia, anche se non tutta la trama appare loro chiara; gli adulti al seguito, invece, saranno meno coinvolti rispetto ad altri prodotti analoghi. Capitolo a parte, merita il personaggio dell’italiano Bernoulli (cognome svizzero), omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
Pensiero certamente carino; ma dovevano proprio rappresentarlo così sbruffone come da stereotipo? Anche il doppiaggio di Alessandro Siani ci mette del suo a rendere irritante il personaggio pur con un finale riabilitante. Poco male. Resta il divertimento (tanto) dei bambini e la garanzia di un incasso che, grazie anche al 3D, rialzerà le medie stagionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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