Politica

Torna «Zapaprodi»: «Il Polo cerca voti aiutando la Chiesa»

Il Professore attacca sull’esenzione dell’Ici, Forza Italia replica: «Ormai fa la bandierina dei laicisti»

Emanuela Fontana

da Roma

Una dichiarazione laica a un’emittente storica di sinistra. Così ha iniziato la giornata il leader dell’Unione Romano Prodi riflettendo sul provvedimento in Finanziaria, passato mercoledì al Senato, che abolisce l’Ici per gli immobili della Chiesa. Laica perché, a commento della norma, ha dato questa lettura: la maggioranza è «all'affannosa ricerca di voti», scatenando le ire del ministro Carlo Giovanardi, con controreplica, in serata, del portavoce di Prodi («siamo indignati»). Un commento in equilibrio, però, quello del Professore, tra l’essere di sinistra e non offendere il Vaticano. Il candidato del centrosinistra ha infatti chiarito ai microfoni di Radio Popolare: «Questa legge va valutata basandosi su principi generali. Vanno distinti i beni al servizio della collettività da beni che vengono utilizzati a scopi diversi. I primi hanno diritto a un trattamento fiscale diverso, mentre i secondi, che hanno un'utilità economica, devono essere gravati dall'Ici».
Il senatore Riccardo Pedrizzi di Alleanza nazionale lo chiama «Zapaprodi» e Maurizio Lupi di Forza Italia commenta: «È sempre più una bandierina di laicisti». In effetti, il fronte anti-Ici della sinistra sembra molto agguerrito e le dichiarazioni del leader sembrano calarsi in questa visione del problema-Vaticano: il Manifesto ieri mattina titolava la notizia del giorno «Paradiso fiscale», con la spiegazione: «Dio deve entrare nella vita pubblica, purché sia esentasse». Mentre l’Unità presentava un editoriale della diessina Livia Turco: «Chiesa o lobby politica?». La lettura di una vicinanza della Cdl con la chiesa a fini elettorali è comune nel centrosinistra. «Con la Cei si adottano misure che non vengono prese con nessun'altra categoria - è il commento del presidente dello Sdi Enrico Boselli - probabilmente ricercando consensi».
Per ora Silvio Berlusconi non vuole entrare nel merito della polemica e chiarisce: «Non sono un tuttologo. È una cosa su cui non è intervenuta una mia conoscenza del problema e una mia decisione. Anch'io ho letto di questo disegno di legge, me ne interesserò nelle prossime ore». Non c’è insomma una trama occulta dietro al provvedimento sull’esenzione dell’Ici, ha chiarito il presidente del Consiglio. E conferma il ministro per i Rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi: «È sconcertante l'affermazione di Romano Prodi che l'esenzione dall'Ici per gli immobili della Chiesa sia causata da una affannosa ricerca di voti da parte del governo - interviene -: Prodi dovrebbe sapere che l'esenzione riguarda soltanto immobili che svolgono attività di assistenza, beneficenza, istruzione, educazione, cultura, pure in forme commerciali, se connessi a finalità religiose di culto». Difficile farlo capire all’Anci, l'associazione dei Comuni, che ieri con un comunicato ha definito «sbagliato» il provvedimento: «Il Parlamento toglie dalle casse comunali in una situazione resa già difficile dalle previsioni della Legge finanziaria 2006 - 300 milioni di euro».
Il portavoce di Prodi, Silvio Sircana, ha reagito in serata con «sorpresa e con indignazione» alle «affermazioni del ministro Carlo Giovanardi secondo il quale Romano Prodi avrebbe affermato che l'esenzione dall'Ici per gli immobili della Chiesa è causata da una affannosa ricerca di voti da parte del governo». In effetti anche le agenzie di stampa avevano riportato quella frase testualmente, ma il clima sul nodo Ici sembra si stia sempre più scaldando.
Il leader dell’Unione sta diventando «Zapaprodi» per Pedrizzi perché «sceglie di collocarsi sulla linea del laicismo anacronistico e dell'anticlericalismo astioso, portata avanti dall'ala sinistra della sua coalizione.

Del resto - aggiunge il senatore - la norma approvata dalla maggioranza nulla aggiunge e nulla toglie rispetto alla situazione attuale, cioè a quanto è stato stabilito con la legge istitutiva dell'Ici, la 504/92».

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