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A Torreannunziata si produce un nuovo farmaco che combatte in modo efficace l’alta pressione

L'attenzione dedicata all'ipertensione non è mai troppa: l'iperteso, infatti, è esposto a complicazioni gravissime, prime fra tutte l'ictus cerebrale, l'infarto del miocardio, lo scompenso, l'insufficienza renale. In ogni caso ha una prospettiva di vita inferiore a quella dei normotesi. La ricerca clinica fornisce sempre nuovi strumenti terapeutici che permettono un efficace controllo dei valori pressori: controllo che non è possibile ottenere senza l'attiva collaborazione dei pazienti (in Italia, per esempio, solo 20 persone su cento misurano regolarmente la pressione). Anche nel nostro paese, in cui gli ipertesi sono 15 milioni, bisognerebbe introdurre la norma che impone a tutti i medici di accertarne i valori. Le linee-guida elaborate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità fissano in 90 la minima ideale e in 140 la massima. Per i diabetici è richiesta una variante: 80 - 130.
A tutti coloro che non fanno prevenzione e scoprono in ritardo di essere ipertesi devono essere prescritti (caso per caso, tenendo conto dell'età, delle condizioni generali, della presenza o meno di altre patologie) farmaci che in alcuni casi agevolano l'eliminazione dei liquidi e dei sali accumulati intorno alle arterie, in altri impediscono al cuore di correre troppo. Il medico, oggi, può ricorrere ai diuretici, agli ace-inibitori, ai calcio-antagonisti, ai beta-bloccanti, ai sartani. A questi va aggiunto un nuovo principio attivo (nome chimico: aliskiren) definito innovativo dalle autorità che lo hanno approvato, oggi disponibile in 72 Paesi, ora anche in Italia, dove è prodotto per tutti i Paesi (Stati Uniti esclusi) presso lo stabilimento di Torre Annunziata.
Aliskiren è il primo di una nuova classe di farmaci antipertensivi chiamati «inibitori diretti della renina», che è l'unico attivatore fisiologico del sistema Renina-Angiotensina e il fattore scatenante del meccanismo ipertensivo. Agisce tempestivamente assicurando una durata d’azione per tutto l’arco delle 24 ore e impedendo la cascata di eventi che provocano l'aumento della pressione arteriosa, come conseguenza, i danni al cuore, ai reni e al cervello. Fino ad oggi è stato al centro di molti trials condotti in tutto il mondo su diecimila pazienti, di cui 1700 italiani.


In un recente simposio, hanno illustrato il valore terapeutico di questo farmaco (definito «la più grande innovazione della terapia anti-ipertensiva degli ultimi dieci anni») due grandi nomi della cardiologia: i professori Mancia (università di Milano) e Volpe ( Sapienza - Roma). Entrambi hanno sottolineato che dopo i 60 anni un rialzo della pressione arteriosa aumenta del 50% il rischio di mortalità.

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