nostro inviato a Kaunas
Il caso Totti esce dai confini dellItalia e approda non a Kaunas, dove sarebbe anche ovvio, ma a Bruxelles. Dove cè il governo Ue e dove, per un giorno, si è trasferito il presidente del governo europeo del pallone, Michel Platini. Che, abituato a guardare con occhio di riguardo fatti e misfatti del calcio italiano, non si fa pregare quando gli viene chiesta una battuta sul «vengo non vengo» del capitano giallorosso. «Se fossi il ct dice il presidente dellUefa lo convocherei lo stesso, gli direi vieni e stai zitto». Non cè male come approccio al problema. Il resto, al confronto, è acqua di fonte: «Giocare solo le partite importanti? È un discorso che da ct non accetterei e da giocatore non avrei mai fatto. Poi, è vero, Totti ha trentanni e può prendersi qualche pausa». Insomma Platini ci è andato pesante. Tanto che il numero uno della Federcalcio Giancarlo Abete ha subito risposto per le rime: «Mi pare che Platini si candidi ad allenare la nazionale. È stato un grande giocatore, ma ora ognuno deve stare allinterno del suo ruolo, ora il ct lasciamolo fare a Donadoni». Senza voler creare un incidente diplomatico, Abete respinge le intromissioni di Platini: «Diciamo che lui è molto amico dei giornalisti e mentre noi stiamo qui ad occuparci della Lituania, lui guarda avanti e apre la discussione. La Figc ha vinto tanto nella sua storia, abbiamo un curriculum che è la migliore risposta a chi mette in dubbio lattaccamento alla maglia azzurra». Poi la chiosa diplomatica: «In linea generale il discorso di Platini è condivisibile, ma ogni federazione ha i propri casi da risolvere. E quella italiana è in grado di farlo». Sullargomento Donadoni è stato tranchant: «Io parlo della Lituania. E comunque mi pare che la carica di presidente Uefa sia incompatibile con quella di ct...».
«Totti? Fossi ct gli direi vieni e stai zitto»
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