In trappola il «re» delle credit card clonate

Alessia Marani

Un tenore di vita decisamente al di sopra delle sue possibilità, uno shopping sfrenato tra gli esercizi commerciali e i grandi magazzini del quadrante Est della città: è finito in manette un romeno di trent’anni senza fissa dimora «pizzicato» dai carabinieri di Frascati a Tor Bella Monaca con un tesoro di ben 47 carte di credito clonate tenute in bella mostra sul sedile della sua auto. Quel suo scendere e salire dalla Bmw per fare compere senza sosta ha insospettito i militari che, alla fine, l’altra mattina hanno deciso di entrare in azione. Nella perquisizione della vettura, la sorpresa: le schede contraffatte e ben cinquemila euro in contanti, appena prelevati dagli sportelli bancomat di alcuni istituti di credito e pronti per essere spesi. Come? In vestiti griffati, hi-fi, macchine fotografiche digitali e videocamere, componenti per pc e piccoli elettrodomestici, da piazzare ai ricettatori di turno. Un business ben oliato e collaudato, almeno fino al blitz dei carabinieri. «Erano un po’ di giorni - spiega il capitano Palazzotto - che tenevamo d’occhio lo straniero. Alcuni commercianti avevano segnalato questi suoi ingenti acquisti, alcune carte, infine, erano già state bloccate dai legittimi proprietari. In una sola mattina l’abbiamo visto prelevare soldi da uno sportello automatico in periferia, recarsi poi in un grande centro commerciale e da qui uscire stracarico di pacchi e scatoloni di merce acquistata, quindi fare tappa in un’altra banca e fare incetta ancora una volta di “liquidi”. Insomma, qualcosa non quadrava davvero». La pattuglia di Tor Bella Monaca non attende oltre. Ferma il trentenne che dapprima nega qualsiasi responsabilità. Di come giustificare la provenienza di tanta disponibilità di denaro, però, non ha proprio idea. Quando i militari aprono la Bmw e sul sedile anteriore del passeggero spuntano fuori le carte di credito, G.L. crolla. Le card sono intestate a cittadini italiani e, soprattutto, stranieri, la maggior parte ancora funzionante. Il romeno è stato arrestato. Ma l’indagine continua. Gli investigatori dovranno accertare da chi e come erano state fornite le carte.

Solitamente, i codici «pin» vengono clonati attraverso apparecchi chiamati «skimmer» capaci di «rubare» la sequenza numerica contenuta nella banda magnetica. Poi, «ingegneri informatici» del crimine trasferiscono il seriale su carte «vergini».

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