Trasloco, la Regione non si fida dei cinesi

Dati incompleti, altri non verosimili, altri del tutto scorretti e, ancora, mancanti. Sintesi delle 311 schede di «censimento» dei grossisti cinesi di via Sarpi disposti alla delocalizzazione nell’area di Arese. Risultato che spinge la Regione Lombardia a frenare sul trasloco di Chinatown.
«Impossibile pensare di effettuare il trasferimento senza avere dati certi che quantifichino l’attività commerciale svolta, basandosi unicamente sulle esose richieste della comunità cinese» commenta Davide Boni. Valutazione dell’assessore regionale al Territorio che «per quanto riguarda il trasloco» rimarca quindi «la necessità di trattare solo con coloro che hanno dimostrato di essere in regola con le nostre leggi».

Refrain di un’amministrazione regionale che dalla verifica delle 311 schede di «censimento» scopre l’esistenza di 176 commercianti «non identificabili» neppure incrociando i dati forniti con quelli della camera di commercio, fisco o comune. E, ancora, che su 311 schede solo 102 sono state compilate da grossisti. Le altre? «I cinesi continuano a mescolare la vendita all’ingrosso con quella al dettaglio».

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