Lidea di allargare la propria sfera di influenza sul mercato della difesa più ricco del mondo (700 miliardi è il bilancio annuale negli Stati Uniti) non è stata mai celata da Finmeccanica. Ma loccasione doro ha iniziato a concretizzarsi lestate dellanno scorso dopo un cena riservata, a Washington a due passi da un mall center, con Mark Newman, il numero uno del gruppo Drs.
Poi le trattative sono andate avanti in gran segreto. E con loperazione messa a segno ieri, Pierfrancesco Guarguaglini pone Finmeccanica, con 8 miliardi di dollari di fatturato pro forma, tra i leader mondiali dellelettronica della Difesa: più vicina a Thales (con cui pure cerano stati nel passato degli abboccamenti) e superando lamericana Boeing.
Guarguaglini si conferma lAmericano?
«Ma non so - dice in questa intervista al Giornale -. La realtà è che abbiamo sempre guardato là dove ci sono opportunità di business e di crescita. E il mercato nordamericano è il più ricco del mondo. Ciò non toglie che si rimanga concentrati anche su altre aree importanti del pianeta: Russia, India e Medio Oriente. Oltre ovviamente allEuropa. Il nostro gruppo oggi realizza il 70 per cento del suo fatturato al di fuori dellItalia. E di questo 70 per cento, un terzo arriva proprio dal nord America».
Procederà a un riassetto di Drs?
«È presto per dirlo. Il closing delloperazione avverrà nel quarto trimestre del 2008. Prima occorre valutare attentamente la situazione dal di dentro e solo dopo si potrà decidere cosa fare nel dettaglio».
La Borsa, anche complice lannuncio di un aumento di capitale ha venduto ieri i titoli Finmeccanica. È preoccupato?
«Non sono un uomo di Borsa. Ma sono convinto che questa operazione creerà valore per lazienda e dunque per gli azionisti. La competitività di Finmeccanica crescerà moltissimo sul mercato mondiale della difesa. E anche Drs avrà lopportunità di espandersi al di fuori del mercato americano. E dunque nel tempo il titolo si riprenderà, arrivando a livelli sicuramente più consoni».
Quali sono gli obiettivi fondamentali che con questa operazione raggiungete?
«Aumenta la focalizzazione sui tre pilastri strategici: lelettronica per la difesa, elicotteri e aeronautica. Come già detto diventiamo un global player nellelettronica per la difesa; e infine si stabilisce unimpronta forte negli Stati Uniti, il più importante mercato mondiale della difesa e della sicurezza».
Quale è stato il momento più difficile nella trattativa con gli americani?
«Il momento più difficile non ha riguardato la trattativa, ma il fatto che a un certo punto ci siamo trovati, in Italia, senza un governo pienamente in carica. Insomma dovevamo chiudere laccordo, ma la situazione politica si era complicata. Non potevamo chiudere una trattativa di questa importanza senza che il nuovo governo si fosse pienamente insediato».
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