Travestimenti e pallottole in un prodotto divertente

La beatificazione del popolo gay si manifesta con il proselitismo di pellicole come Connie & Carla, che mostra quanto siano simpatici, buoni, umani e sensibili gli omosessuali, mentre gli etero sono solo un po’ fessacchiotti o malvagi. Qui, rubando da A qualcuno piace caldo, due sgallettate artiste di varietà (Nia Vardalos e Tony Collette), con un futuro problematico, assistono all’omicidio di un tizio da parte della mafia russa e fuggono a Los Angeles, finendo in un locale gay dove si esibiscono alcune «drag queen». Le due fuggitive, mentendo sulla loro identità sessuale, entrano a far parte dello spettacolo, diventandone dive di punta. La mafia segue però le loro tracce, mentre un etero (David Duchovny) è attratto, con tutto l’imbarazzo del caso, da Connie, cioè la Vardalos, autrice anche della sceneggiatura. La vicenda, che risulta curiosamente divertente, persino amabile, si consuma tra paillette, canzoni famose, equivoci e il fastidioso squittio del popolo gay.

Il buon ritmo e la simpatia degli interpreti salvano la pellicola. Malgrado la sceneggiatura accattivante, il film negli Usa è stato un fiasco.

CONNIE E CARLA (Usa, 2004) di Michael Lembeck, con Nia Vardalos, David Duchovny. 98 minuti.

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